Oltre 100mila a Roma, 30mila a Milano, 25mila a Bari. E in tanti insegnanti, studenti e personale Ata anche per le strade di Torino, Aosta, Catania, Palermo e Genova (qui la mappa dei cortei) per protestare contro la riforma della scuola, dal piano assunzioni dei docenti, fino alle supplenze, la formazione e i benefit per i prof (leggi tutti i punti del ddl). Pochi oggi gli istituti aperti, anche se c’è chi ha deciso di non partecipare all’iniziativa: all’appello #iononsciopero hanno aderito più di cinquecento persone tra dirigenti e insegnanti. Che hanno scelto, al contrario, di entrare in aula.

Renzi: “Giusto affrontare la protesta nel merito” – Il premier, però, da Bolzano – e all’indomani dell’approvazione dell’Italicum – assicura che sulle riforme l’esecutivo andrà “avanti a testa dura”. Non solo: perché “l’obiettivo – prosegue – è dire che siamo a un bivio: da un lato quelli che protestano soltanto, lamentano, fanno l’elenco delle difficoltà. In alcuni casi hanno ragione, non possiamo dire che va tutto bene e raccontare barzellette. Ma loro sono destinati a crogiolarsi nelle loro proteste” mentre dall’altro lato c’è chi “fa le cose”. Un attacco che poco dopo rientra con parole di apertura verso chi dissente: “Ci sono tante persone che protestano: qualcuno dice che lo fanno sempre ma noi ascoltiamo la protesta, è giusto affrontarla ed entrare nel merito. Per la prima volta – precisa – questo governo stanzia 3 miliardi di euro nella scuola. Sono pochi? E quelli di prima quanti erano?”.

Anche il presidente del Senato Piero Grasso spiega che Palazzo Madama è disponibile “a sentire i docenti che oggi hanno scioperato”, “perché per la buona scuola – ha aggiunto – serve un confronto positivo per arrivare a soluzioni possibilmente condivise. La scuola è dei docenti e dei ragazzi ed è il futuro del Paese”.

Sindacati e minoranza Pd in piazza – Negativo su tutta la linea il giudizio dei sindacati sulla riforma: per il segretario Fiom Maurizio Landini, dopo la fiducia posta dal governo sulla legge elettorale “oggi il Paese sfiducia il governo” e secondo la leader della Cgil Susanna Camusso l’esecutivo “non ha argomenti per difendere il suo ddl”.

In piazza anche Stefano Fassina e la minoranza Pd, perché la scuola “non può essere una caserma con un capo che comanda”. Il riferimento va in particolare alla parte del testo che riguarda i maggiori poteri del preside, inclusa tra i “punti inaccettabili” insieme a quello delle assunzioni, per le quali “serve un piano pluriennale”. Ma sul preside-sindaco è perentorio il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, che ai microfoni di Radio Anch’io ribadisce: “Sul ruolo del dirigente scolastico il governo non torna indietro. Abbiamo rafforzato sì il ruolo del collegio dei docenti e del consiglio d’istituto, ma il ruolo del preside-sindaco non è in discussione”. 

In piazza anche Pippo Civati, che ha criticato il ministro Giannini per avere definito l’iniziativa di oggi uno “sciopero politico”, “senza presupposti” e legato a “strategie elettorali”, accusando i sindacati di essere su “posizioni antiche”. In una intervista a Radio 24 il ministro ha poi sottolineato che, se da sette anni non c’era uno sciopero generale del comparto, è perché da altrettanto tempo “non ci si occupava di scuola per cambiarla”. “Della riforma – ha detto Civati – non mi piace l’atteggiamento culturale, in questa circostanza gli attacchi violenti ai sindacati e agli insegnanti. Oggi – ha evidenziato – ho letto una frase che poteva essere pronunciata dal ministro Moratti o dalla Gelmini, da parte della Giannini, che dice che questo è uno sciopero ‘politico’. Questo – ha ribadito – è uno sciopero non politico perché la politica non rappresenta più nessuno perché il Pd ha tradito i suoi impegni elettorali e ha fatto una riforma della scuola lontanissima dalla nostra cultura politica”. Intanto la commissione Cultura della Camera intende chiudere il ddl Scuola il 12 maggio per arrivare in aula il 15, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, e ha messo in conto di lavorare anche questo weekend.

E anche il leader della Cgil Susanna Camusso attacca il ddl dell’esecutivo, che “trasforma la scuola in una scuola che vale solo per quelli che hanno condizioni agiate, mentre invece il grande tema è quello di una scuola pubblica che contrasti la dispersione”. E a chi le chiedeva delle perplessità sollevate dal ministro Giannini, Camusso ha risposto: “Dovrebbe invece interrogarsi perché un governo che è solo riuscito a dire che noi non lo avremmo letto o che siamo squadristi è un governo che non ha argomenti per difendere il suo ddl”. Sullo sciopero politico, infine, ha detto: “Si chiama sciopero del personale della scuola“. Sulla stessa linea anche il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo, secondo cui il Paese ha bisogno di una scuola “pubblica, libera e democratica” e non “di podestà”.

Giannini: “Sciopero è battaglia politica” – Sulla protesta il ministro della Scuola Stefania Giannini preferisce “non drammatizzare” perché la ritiene motivata dalla “volontà di fare della Buona Scuola una battaglia politica, al di là dei contenuti“. I sindacati, prosegue, “tre volte sono stati in riunione con me, da settembre a gennaio. È stato un confronto serrato con l’arroccamento su alcune posizioni che ricordano stagioni ormai passate”. E della riforma “non si colgono gli aspetti innovativi mentre si sottolineano questioni che non esistono”. 

Il ministro si domanda come sia possibile protestare “per l’assunzione di 100mila precari e come si giustifichi “il rifiuto alla chiusura della stagione del precariato storico”. Quindi si tratta di “un’agitazione che non ha presupposti”, di una “difesa di posizioni antiche. Potevo ancora capire quando i fondi non c’erano. Lo scetticismo – osserva – ci poteva stare. Ma adesso che sono stati assegnati 3 miliardi e non tutti per le assunzioni e 4 miliardi per l’edilizia scolastica, non capisco”. Sulla possibilità che per l’assunzione dei 100mila precari si arrivi al decreto, spiega, “stiamo lavorando silenziosamente. La scadenza massima è metà giugno, entro quella data il ministero, con un grande sforzo, riuscirà a garantire il corretto avvio del nuovo anno scolastico”, spiega Giannini. “Siamo consapevoli che se dovessero insorgere ostacoli si dovrà cambiare via”.

CRONACA ORA PER ORA

Quanto alle presenze in piazza a Roma i partecipanti, secondo i sindacati, erano oltre 100mila. Circa 20mila a Bari, 30mila in Sicilia (tra Palermo e Catania), 30mila a Milano, un migliaio a Bologna, 10mila a Torino, mille ad Aosta.

ore 13.05 – Roma, si chiude la manifestazione
Con le note di ‘Bella Ciao’, cantate da una solista senza alcun accompagnamento musicale, si è chiusa la manifestazione di Roma a Piazza del Popolo. Prima di lei, hanno parlato ai manifestanti i segretari generali di Uil Scuola e Flc Cgil.

ore 12.50 – A Bologna mille persone in piazza

ore 12.33 – Palermo: studenti bruciano test Invalsi
Dopo aver sfilato per le strade del centro storico di Palermo un gruppo di studenti medi del capoluogo siciliani, giunti in via Roma ha bruciato alcune schede riportanti test Invalsi. Test cui vengono sottoposte le classi di quinta elementare, terza media e seconda superiore.

ore 12.28 – A Palermo 50 docenti occupano assessorato
Un gruppo di docenti, al termine del corteo di protesta contro il ddl di riforma del Governo sulla ‘Buona Scuolà, ha occupato simbolicamente l’Assessorato comunale all’Istruzione di Palermo. Si tratta di una cinquantina di insegnanti che protestano contro il disegno di legge proposto dal premier Renzi.

ore 12.13 – Landini: “Oggi il Paese sfiducia il governo”
“Ieri il governo ha posto la fiducia”, sulla legge elettorale “e ha spaccato il Parlamento, oggi il Paese sfiducia il governo”. Lo ha affermato il leader della Fiom Maurizio Landini a piazza del Popolo mentre dal palco si alternano gli interventi di chiusura della manifestazione che ha portato in piazza tutto il mondo della scuola.

ore 12.20 – Renzi: “Sulle riforme andiamo avanti a testa dura”
“Abbiamo intrapreso il percorso di grandi Riforme e andremo avanti con testa dura”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi a Bolzano. “Abbiamo tenuto la promessa della legge elettorale varata ieri e andiamo avanti su questa strada”. Il premier ha annunciato interventi per una ripresa dell’edilizia semplificando le procedure.

ore 12.13 – Milano, sindacati: “In piazza 30mila persone”
A Milano sono in piazza trentamila persone, secondo i sindacati, per protestare contro la riforma della scuola. E’ quanto viene annunciato dal palco sotto l’Arco della Pace al’arrivo della testa del corteo mentre la coda si trova ancora in piazza XXV Aprile davanti al negozio di Eataly. Terrà il comizio finale Francesco Scrima, leader Cisl scuola

ore 12.05 – Camusso: “Vedremo gli effetti della protesta”
“Oggi è uno dei più grandi scioperi e manifestazioni” del mondo della scuola, “valuteremo gli esiti della manifestazione poi troveremo altre modalità per continuare la nostra lotta”. Lo ha affermato la leader della Cgil Susanna Camusso sul palco allestito in piazza del Popolo dove si stanno tenendo gli interventi a conclusione della manifestazione partita questa mattina da piazza della Repubblica.

ore 11.49 – Sindacati a Torino: “Adesione oltre l’80 per cento”
E’ superiore all’80% – secondo i sindacati – l’adesione allo sciopero generale di oggi a Torino contro la riforma della scuola. Molti istituti sono rimasti chiusi. Il corteo, che ha attraversato le vie del centro, si concluderà in piazza Castello davanti alla prefettura dove sarà chiesto un incontro.

ore 11.45 – Vendola: “Oggi tutti contro Giannini”
“Se ieri eravamo tutti contro la Gelmini oggi siamo tutti contro la Giannini”. Lo ha detto il leader di Sel, Nichi Vendola. “Oggi tutto il mondo della scuola si ribella – ha detto – ad una riforma che un’ingiuria, una mortificazione, una violenza. Abbiamo gli insegnanti peggio pagati d’Europa, edifici fatiscenti, un’altissima percentuale di dispersione scolastica. Avremmo bisogno – ha detto Vendola – di una rivoluzione a partire dalla domanda di cambiamento che arriva dagli insegnanti e dagli studenti. Invece si propone una mostruosità, una scuola governata da podestà e si interviene sul precariato stabilizzando solo una parte dei precari e mandando alla deriva gli altri. La scuola italiana – ha concluso Vendola – non merita questo. Quello che ha fatto la Gelmini lo sta completando la Giannini”.

ore 11.27 – Roma, Cobas dal Miur verso il centro
Sciolto il sit-in davanti al ministero dell’Istruzione gli insegnanti aderenti ai Cobas si stanno dirigendo in corteo verso il centro. L’obiettivo, dichiarato già alla vigilia, è raggiungere Montecitorio. 

ore 11.22 – Cgil: “A Roma oltre 100mila”
Sono oltre centomila, secondo fonti della Cgil, i manifestanti che stanno sfilando per le vie del centro a Roma contro il ddl ‘La buona scuola’. Mentre la testa del corteo è arrivata a piazza del Popolo è ancora gremita piazza della Repubblica, punto di partenza del raduno.

ore 11.17 – A Torino oltre 10mila

ore 11.17 – Roma: aumenta la presenza dei Cobas in Via Trastevere
La partecipazione al sit-in dei Cobas in viale Trastevere è andata via via aumentando. Su cartelli e striscioni gli insegnanti si autodefiniscono “Partigiani della scuola pubblica”. “Siamo Partigiani non siamo gli squadristi”, ha urlato un insegnante precaria da 13 anni, Marcella Raiola, “preferisco rimanere precaria se queste sono le condizioni. Non siamo in vendita e il Paese non è in vendita”.

ore 10.47 – Un migliaio in piazza ad Aosta

ore 10.46 – In seimila a Palermo

ore 10.45 – Migliaia di studenti e prof a Torino

ore 10.42 – Cartelli a Milano: Renzi con le orecchie d’asino
Un Matteo Renzi con le orecchie d’asino e la scritta ‘bocciato’ su entrambe. Questa è una delle numerose rappresentazioni del presidente del Consiglio al corteo di Milano contro la riforma della scuola. In particolare, su un camioncino dei sindacati il premier viene invitato a ‘studiare l’inglesè. Sul retro della sagoma si legge: ‘Renzi vai ha squola’.

ore 10.36 – A Bari 15mila persone
È partito da poco il corteo contro il ddl sulla riforma della scuola, nel centro di Bari, dove sono confluite circa 15mila persone – secondo gli organizzatori – provenienti da Puglia, Calabria e Basilicata. Secondo le stesse fonti sarebbero chiuse tra l’80 e il 90% delle scuole pugliesi. Il corteo di docenti, partito da piazza Castello, si incontrerà con quello degli studenti partito da una piazza antistante all’università. “Renzi non esagerare, la nostra scuola non rovinare”, “Difendiamo la scuola perché non muoia” sono alcuni degli slogan scelto dai manifestanti. In particolare, sono molto i docenti che hanno creato e sventolano manifesti funebri sui quali si annuncia la “morte della scuola pubblica”.

ore 10.31 – Faraone: “Sul preside-sindaco non si torna indietro”
“Sul ruolo del dirigente scolastico il governo non torna indietro. Abbiamo rafforzato sì il ruolo del collegio dei docenti e del consiglio d’istituto, ma il ruolo del preside-sindaco non è in discussione”. Lo ha detto il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, ai microfoni di Radio Anch’io.

ore 9.57 – In migliaia in manifestazione a Bolzano, dove alle 12 arriva Renzi
Un migliaio di studenti ha sfilato per le vie del centro di Bolzano in una manifestazione promossa contro la riforma scolastica. La manifestazione si è svolta regolarmente e senza incidenti, a poca distanza dal teatro Rainerum nel centro della città dove il premier Matteo Renzi è atteso a mezzogiorno per prendere parte ad una convention del Pd.

ore 9.56 – Migliaia di persone a Roma
Dietro lo striscione ‘Sciopero generale l’unione fa la scuola 5 maggio 2015 riformiamola insieme‘ è partito da piazza della Repubblica a Roma il corteo organizzato dai sindacati per protestare la riforma della scuola proposta dal Governo Renzi. Sono molte migliaia i partecipanti. In testa al corteo il leadel della Cgil Susanna Camusso e i leader sindacali, tra cui il segretario della Uil Carmelo Barbagallo.

ore 9.52 – Agnese Landini, moglie di Renzi, regolarmente in classe a Pontassieve

ore 9.40 – Sale il numero degli emendamenti al ddl Scuola che i gruppi potranno ‘segnalare’ per le prossime votazioni
A quanto si apprende, durante l’ufficio di presidenza della commissione Cultura è stato comunicato che le proposte di modifica ad articolo (per gruppo) potranno essere massimo 5 e non più 2, come deciso in un primo momento. Dunque la ‘tagliola’ per sfoltire i 2100 emendamenti sarà più ‘soft’: salgono da 48 a 120 quelli che ogni partito potrà segnalare e porre in votazione. La scadenza per la presentazione è stata fissata alle 14 di oggi pomeriggio.

ore 9.38 – Roma, blitz degli studenti al Pincio. Uds: “Boicotteremo Invalsi”

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