Il ministero dell’Interno è stato condannato, con tre poliziotti, a risarcire per un milione e 200mila euro i famigliari di Riccardo Rasman, il disabile morto a Trieste nel 2006 dopo un’irruzione della polizia in casa sua. Il legale della famiglia, Claudio Defilippi, presenterà appello perché ritiene la somma non sufficiente. “Questo”, ha detto il legale, “è un caso ancora più grave di quello di Federico Aldrovandi per il quale lo Stato è stato condannato a pagare circa il doppio”. Nel 2009 sono stati condannati gli agenti Mauro Miraz, Maurizio Mis e Giuseppe De Biasi a sei mesi con la condizionale. I tre non sono mai andati in carcere e sono tutt’ora in servizio.

Defilippi contesta il fatto che il giudice civile di Trieste non abbia riconosciuto ai famigliari il danno patrimoniale e quello ‘tanatologico’, ovvero il danno subito da Rasman e tramandabile alla sua famiglia. Famiglia che è “stremata, dopo dieci anni di battaglia contro lo Stato”, ha spiegato il legale secondo il quale, in attesa di un pronunciamento in appello, “lo Stato potrebbe almeno pagare quei 500mila euro che aveva offerto in via transattiva” ma che i famigliari di Rasman non avevano accettato perché avrebbe posto fine alla causa.

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