Boicottare Mayweather-Pacquiao per la violenza sulle donne
Keith Olbermann
, conduttore televisivo del canale sportivo ESPN, negli anni ha già avuto occasione di mettersi in mostra per delle prese di posizione su notizie che avrebbe dovuto dare, abbastanza controverse. Nell’ultima settimana, all’interno del suo programma quotidiano Olbermann ha chiesto al suo pubblico di boicottare l’incontro di pugilato tra Floyd Mayweather e Manny Pacquiao, in programma a Las Vegas domenica prossima e ritenuto da molti come il match del decennio. Ma perché, secondo il conduttore della ESPN, la gente non dovrebbe guardarsi l’incontro in TV? Non certo per lo spettacolo che si prospetta, ma piuttosto per il carico penale che si porterà sul ring Mayweather, accusato più volte, negli ultimi anni, di violenza contro le donne. Secondo gli archivi dei vari tribunali d’America, Mayweather è stato condannato cinque volte negli ultimi quattordici anni per aver picchiato cinque donne differenti, tra queste le due madri delle sue quattro figlie. Il pugile,in totale, ha passato solo due mesi in carcere e la sua licenza per combattere nello stato del Nevada (ultimamente molto attento a come si muove in materia) non gli è mai stata revocata. Secondo Olbermann, far scendere sul ring più importante dell’anno un personaggio con una fedina penale simile (peraltro recidivo) è il peggior segnale che lo sport possa dare alla nazione intera. Onestamente, come dargli torto?

Se il churrasco si quota in borsa
Gli Stati Uniti sono oramai da tempo terra di conquista, almeno dal lato commerciale. In materia di cibo è ormai molto difficile mangiare all’americana, se si escludono hamburger, bistecche e poco altro. Ma anche il regno incontrastato della costata di bovino nostrano (se non di bisonte) sta per perdere il suo potere, se non l’ha già smarrito. Colpa (o merito) della catena brasiliana Fogo de Chao (che in realtà è dal 2012 di proprietà di un fondo statunitense) secondo gli analisti del settore quella con la maggior crescita, sia di fatturato che di location aperte negli ultimi anni. Arrivata negli USA nel 1988, importando dal Sud America il modello del “all you can eat” legato ad un cibo pregiato, come la carne, la catena è letteralmente esplosa nel 2014 grazie anche all’apertura del ristorante, distribuito su tre piani, di Midtown Manhattan. Lì è praticamente impossibile trovare posto, soprattutto la sera, con il churrasco (rigorosamente importato dal Brasile) che ha sostituito nel cuore degli americani (e di molti turisti) la quasi mitica porter house. Adesso Fogo De Chao sembra pronto per quotarsi in borsa, facendo leva sull’altissima profittabilità del suo modello di business. Nelle previsioni c’è l’apertura di cento nuovi ristoranti entro il 2016.

La campagna anti-gay di Ted Cruz nell’albergo dei gay
Da queste parti vi ho già raccontato la storia di Ted Cruz, uno dei candidati repubblicani per le prossime presidenziali americane. Cruz, bigotto e reazionario, in queste settimane si è già messo in luce per dichiarazione decisamente ‘fuori dalle righe’ come quella del’imene femminile che, se Dio volesse, si dovrebbe rigenerare per poter così controllare un eventuale tradimento. Altro suo cavallo di battaglia è la costante campagna anti gay, con la crociata contro l’unione tra coppie omosessuali. Questa volta, a farlo ritornare involontariamente sulle pagine dei giornali al di fuori del confine del suo Texas, ci hanno pensato due omosessuali proprietari di un paio di alberghi a New York che, poco informati su chi fosse Cruz e su come la pensasse riguardo al movimento gay (del quale, tra l’altro, i due sono personaggi di spicco) hanno ospitato un evento in suo onore nella penthouse di un loro hotel. All’incontro hanno partecipato numerosi repubblicani dell’alta società newyrokese ai quali Cruz ha esposto, in maniera più che chiara, le sue idee per cercare di conquistare la Casa Bianca. Quando, dopo un articolo del New York Times, i due proprietari si sono accorti di aver accolto l’uomo sbagliato nel posto sbagliato, era ovviamente già troppo tardi per fermare la valanga di insulti e proteste che li ha ricoperti via Facebook e Twitter.

Il pick up arrugginito del nonno vale più di un tot di azioni Apple
Secondo una recente ricerca, l’investimento che negli ultimi cinque anni avrebbe reso di più è stato l’acquisto di vecchi pick up anni Quaranta. Meglio addirittura delle azioni della Apple o di qualche fondo che ha performato fuori dalle righe visto che un mezzo catorcio abbandonato nelle campagne dell’Ohio e portato via per poche centinaia di dollari, può valere adesso più di trentamila presidenti morti. Come un po’ in tutti i campi, le mode fanno il mercato e il mercato detta i prezzi, così – almeno per questo 2015 – possedere, ad esempio, uno Studebaker coupe Express può decisamente cambiare la vita di qualcuno che ha avuto il naso di comprarlo prima che diventasse così di moda o magari di trovarlo abbandonato nel granaio di un nonno scomparso da anni.

Facebook, Google, biotecnologie e petrolio: le aziende migliori al mondo
Il sito “Payscale” ha pubblicato in queste ore, come accade ogni anno, la lista delle cinquanta aziende americane dove si lavora meglio. Incolonnati uno dopo l’altro, ci sono i brand più diffusi e conosciuti al mondo, mischiati ad istituti finanziari e società di revisioni. La classifica è stilata sommando varie voci: oltre ovviamente a quella dello stipendio medio, spiccano quelle per il minor stress accumulato e per il maggior orgoglio e soddisfazione di lavorare per la propria azienda. In cima alla lista, tanto per cambiare, troviamo Facebook, seguita da Google e dalla Amgen, società californiana che lavora sulla biotecnologia. In quarta posizione c’è la petrolifera Chevron tallonata dalla Brystol-Myers-Squibb che produce dai medicinali alla schiuma da barba. Scorrendo poi la classifica, sorprendono il ventitreesimo posto di Apple ed il quarantunesimo di eBay, nella percezione generale due aziende dove tutti vorrebbero andare a lavorare.

Il sex symbol made in Usa annuncia: “Divento donna”
Dopo la messa in onda sul canale ABC dell’intervista esclusiva rilasciata alla giornalista Diane Sayer, tiene sempre più banco la storia del decathleta Bruce Jenner, medaglia d’oro alle olimpiadi di Montreal 1976. Jenner, che per anni è stato il simbolo del maschio americano, perfetto in tutto e che tutte le mamme avrebbero voluto far conoscere alle loro figlie, ha fatto il più clamoroso atto di outing che la storia dell’entertainment americano ricordi, dichiarando all’età di 66 anni, con 3 mogli e 6 figli biologici alle spalle, di voler diventare donna. Per chi, ignaro del tutto, lo avesse visto per la prima volta, Jenner di fronte alle telecamere della Tv sembrava realmente una milf con il viso ritoccato in più punti, capelli lunghi sul collo e manicure ben curata. Alla fine della stessa intervista, l’olimpionico ha anche portato la giornalista nella sua cabina armadio, piena di vestiti femminili, mostrandole quelli che a lui (o lei) piacevano di più. Oltre ai suoi sei figli naturali (tra i quali Brandon è un musicista di ottime prospettive), Jenner ha anche adottato le sorelle Kardashian, figlie di primo letto della sua terza moglie. In particolare una sua dichiarazione ha fatto molto clamore: “Io non sono un uomo che diventa donna, ma piuttosto una donna che ha passato una vita intera a doversi vestire da uomo” ha detto Jenner, senza alcun imbarazzo.

Auto della polizia distrutte nell’inseguimento: il ladro non potrà pagare i danni
Alla polizia stradale dell’Alaska qualcosa del genere non era mai capitata. Dopo che una pattuglia in servizio ha riconosciuto un ricercato alla guida di un voluminoso camper e dopo che l’uomo si è rifiutato di fermarsi è iniziato un lunghissimo inseguimento con il camper che ha tenuto testa ad alcune pattuglie per oltre mezz’ora, finendo poi con lo schiantarsi contro quattro macchine, sempre della stradale, che avevano improvvisato un posto di blocco nel tentativo di fermarne la corsa. A bordo del mezzo c’era tale Elgah Christian, non un criminale pericoloso ma pur sempre ricercato nello stato per quindici furti e ventun assegni scoperti. Senza un conto in banca attivo, la beffa è che Christian, non potrà mai pagare i danni provocati con la sua guida del tutto particolare.

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