Si tinge sempre più di giallo la vicenda della gara d’appalto da oltre 40 milioni di euro per la comunicazione della Regione Lombardia, che era stata in buona parte assegnata alla Inrete di Francesco Cavallo, il braccio destro di Maurizio Lupi ai domiciliari dal 16 marzo scorso. “Mentre facevamo le verifiche di sulle società vincitrici, c’è stato l’arresto di Cavallo”, aveva spiegato un portavoce dell’ente di Roberto Maroni venerdì 24 aprile al Fatto Quotidiano che chiedeva chiarimenti sull’assegnazione che era trapelata nonostante il silenzio ufficiale circa gli esiti della gara. “In quel momento stesso, oltre alle verifiche di routine, è stata interessata l’Anac e fintanto che non avremo il suo parere, rimaniamo in attesa”, aveva poi precisato.

Ma le cose non sono andate proprio così. A chiarirlo è stato lo stesso presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone: “La nota all’Autorità Anticorruzione è arrivata dopo che ho letto l’articolo sul Fatto Quotidiano. Adesso valuteremo per capire come procedere”, ha spiegato martedì davanti alle telecamere de ilfattoquotidiano.it (guarda qui il video di Annalisa Ausilio) Secondo quanto poi emerso dalle verifiche effettuate presso l’Authority, la nota di segnalazione inviata all’Anac da Arca, la centrale acquisti della Regione Lombardia, è datata 24 aprile 2015. Quindi non subito, ma ben 40 giorni dopo l’arresto di Cavallo nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Firenze sulle grandi opere che è stata anche la causa delle dimissioni di Lupi dall’incarico di ministro delle Infrastrutture.

Eppure era la stessa gara a richiedere una certa urgenza. L’appalto diviso in quattro lotti, infatti, era stato bandito dalla Regione fin dal luglio 2014. Obiettivo dichiarato, selezionare una società per la comunicazione e l’organizzazione di eventi per conto dell’ente guidato da Maroni approfittando anche e soprattutto dell’evento Expo 2015 , “mezzo di ispirazione e catalizzazione” della comunicazione istituzionale dell’ente “in quanto punta di diamante del modello lombardo: l’efficienza, l’operosità, la trasparenza, il progresso, l’innovazione”, come recita il capitolato di uno dei quattro lotti in gara. Dove si dice anche che il vincitore avrebbe dovuto “sfruttarlo al meglio” prendendo in considerazione “tutto il periodo antecedente, quello durante lo svolgimento dell’evento e anche quello successivo”.

Non a caso il bando era stato chiuso all’inizio di ottobre, con ampio anticipo rispetto all’inizio dell’esposizione milanese che sta per aprire i battenti. E, nonostante non fosse ancora ufficiale, gli esiti erano stati comunicati da tempo a tutti i partecipanti, inclusa la Inrete di Cavallo. Quest’ultimo, com’è noto, è stato intercettato per mesi dagli inquirenti fiorentini ed è quindi verosimile che a questo punto gli investigatori passeranno nuovamente al setaccio le sue conversazioni.Quello che è al momento certo è che, quando il momento dell’ufficialità era ormai alle porte tanto quanto l’Expo, c’è stato l’arresto che ha inceppato gli ingranaggi dell’efficiente macchina lombarda. Al punto che alla fine la commessa dal controvalore così importante non è stata assegnata in tempo per il via dell’evento chiave al quale era collegata e sulla vicenda è calato il silenzio più assoluto. Fino a quando, a una settimana dall’apertura dell’Expo, e ormai c’era ben poco da fare, è stata mandata la nota all’Anac. Del resto, come efficacemente sintetizzano in Regione, “la logica del comune cittadino arriverebbe ad altre conclusioni, ma la logica delle istituzioni è diversa”. Bisognerà vedere quali saranno invece le valutazioni dell’Anticorruzione che si è già attivata inviando all’ente lombardo la richiesta della documentazione completa e di chiarimenti sia sull’appalto che sulla tempistica con cui è stata inviata la segnalazione all’Authority.

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