Se finora il sito della Regione Emilia-Romagna non ha pubblicato i nomi dei finanziatori della campagna degli eletti in Regione, ci ha pensato la Corte d’Appello a permettere alla stampa di consultare (ma senza poter fare fotocopie) l’elenco dei sostenitori dei politici. Dopo la polemica sui finanziamenti da parte della Cpl Concordia, indagata per corruzione e mafia, alla campagna di vari politici – dal sindaco di Bologna Virginio Merola (10.000 euro) alla sindaca di San Lazzaro Isabella Conti che ha restituito la somma (di 2.000 euro) -, la Corte d’Appello ha deciso di rendere noto l’elenco dei finanziatori.

La notizia più interessante è che nessuno dei candidati alla Regione ha preso fondi dalla Cpl Concordia. Il presidente Stefano Bonaccini aveva dichiarato fin da subito di non  aver  ricevuto somme dalla coop e fonti a lui vicine avevano assicurato a ilfattoquotidiano.it che non aveva ricevuto finanziamenti da nessuna coop. I documenti della Corte d’Appello hanno confermato entrambe le affermazioni.

A far la parte del leone, nell’erogazione di sovvenzioni ai politici, sono state le aziende di Modena e Confindustria. Il totale dei finanziamenti presi dal governatore ammonta a 99.612 euro, tra imprese private e singoli. Ha speso molto meno di quanto raccolto: 18.117 euro. Il resto lo ha girato al Pd regionale (81.467 euro). Tra i suoi principali finanziatori, il gruppo Maccaferri (19.600 euro), altri 10 mila euro arrivano dalla Edi.Cer. spa, la società di attività  editoriale, promozione e servizi controllata da Confindustria Ceramica. Nell’elenco dei finanziatori, con 5mila euro, ci sono poi la Usco spa di Modena (che opera nel settore dei ricambi) e l’impresa Pizzarotti di Parma, che si occupa di grandi opere. E ci sono molte aziende legate alla sanità privata: 4.950 euro arrivano dalla bolognese Noema Life, 3mila dalla Casa di Cura Valparma, 2mila da Villa Maria Luigia e dal Poliambulatorio Dalla Rosa.

Continuando ad esaminare i finanziamenti a chi poi è diventato componente della Giunta, Paola Gazzolo, assessore alla Protezione civile, ha speso 30.672 euro ma ne ha raccolti 37.334 euro. Tra i suoi principali sostenitori due coop di Parma: la Proges e la Gesin (entrambe 2.500 euro). La modenese Palma Costi, assessore alle Attività produttive, ha ricevuto 2mila euro da Confindustria Modena.

Ma c’è anche chi, dopo aver ricevuto il finanziamento, ha ridato indietro i soldi, come la presidente dell’Aula Simonetta Saliera che ha rispedito 4mila euro arrivati da un’impresa privata. Saliera aveva più volte precisato che in campagna elettorale non avrebbe accettato finanziamenti da aziende. Ha ricevuto però 1.000 euro dalla ditta “Simap serramenti” di Pianoro (Bologna), suo paese d’origine e di cui è stata sindaca. Ha dichiarato 29 mila euro di spese, di cui 6.490 avuti dal partito. “Ho rimandato indietro i soldi di questa azienda”, ha spiegato Saliera a ilfatto.it, “che ha spedito al mio mandatario un bonifico di 4.000 euro perché non li conosco e non so chi sono. Ho deciso di non prendere soldi da aziende che non conosco”.

Il candidato alla presidenza della Lega Nord, Alan Fabbri, ha speso 46 euro, dichiarando di essersi avvalso solo dei mezzi messi a disposizione dal partito. Un dato che risultava già nel sito della Regione. La candidata del M5S Giulia Gibertoni ha dichiarato 13mila euro: “10mila sono stati versati da tutti i 50 candidati”, ha detto Gibertoni, “sul conto unico e 3mila invece vengono dalle donazioni dei cittadini”.

Per quanto riguarda Forza Italia, il modenese Enrico Aimi ha impiegato 19.855 euro suoi nella campagna, altri 8.500 li ha avuti da sponsor. La donazione più significativa dalla Cremonini di Castelvetro di Modena (5.000 euro). Galeazzo Bignami, bolognese, ha ricevuto un contributo di 5.000 euro (l’unico grande finanziamento) anche lui da parte di una società modenese, Condor Stabili Partecipazioni e Investimenti. Per la campagna ha speso 43mila euro.

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