Cinque giornalisti di una emittente televisiva libica decapitati dallo Stato Islamico. I cadaveri, secondo quanto ha fatto sapere l’esercito, sono stati ritrovati vicino a Bayda, nella parte orientale del Paese: nella città, situata un’ottantina di chilometri a ovest del “califfato” Isis di Derna, si svolgono alcune riunioni del Parlamento e del governo di Tobruk. La cittadina è anche sede dell’Assemblea per la stesura della costituzione.

Secondo fonti libiche, la troupe televisiva “era stata data per dispersa otto mesi fa” quando aveva lasciato Tobruk per andare a Bengasi e uno dei decapitati “è un cameraman egiziano che si chiama Mohamed Galal“. La tv panraba Al Arabiya riferisce che le 5 persone decapitate erano “dipendenti del canale” televisivo “Barqa” (il nome arabo di Cirenaica). Fonti mediche e testimoni parlano di “dipendenti di una tv satellitare”.

La furia dei fondamentalisti si è scagliata anche contro un giornalista iracheno, Thaer Ali, messo a morte da un plotone d’esecuzione di Isis a Mosul, la ‘capitale’ dell’autoproclamato Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi. Lo riporta il sito di Shafaq News citando una fonte ben informata, secondo la quale al giornalista sono stati sparati colpi d’arma da fuoco alla testa e al corpo. Al momento non sono stati resi noti i motivi che hanno portato alla condanna a morte del giornalista, che era direttore del giornale locale al-Rae, diffuso a Mosul prima dell’avanzata dell’Is a giugno.

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