C’è un sindaco che ha lavorato sodo e che in un lustro è riuscito a cambiare volto alla sua città. C’è un’amministrazione che la scommessa Expo l’ha già vinta (mica come a Milano dove stanno ordinando chilometri di teloni per coprire il non finito). E quella fiumana di visitatori che si riverseranno in lungo e largo per il BelPaese almeno a Cosenza non troveranno cantieri aperti.

cosenzaAnzi affacciandosi dal Castello (lavori di restauro finalmente completati) ai loro piedi si sparge una Cosenza rinata. Dopo anni di immobilismo e di politicume miope, sotto una sapiente guida il sindaco/architetto Mario Occhiuto ha restituito ai cosentini  opere che sono pietre miliari.

Si parte dalla piazza principale della città, Piazza Bilotti, che da squallido parcheggio sta per diventare con un’opera di rivalutazione urbanistica radicale, la porta d’accesso della città. Qui sorgerà un museo di oltre 1000 metri quadrati, con allestimenti virtuali, e collezioni permanenti e itineranti. Seguendo il percorso ideale dal quale si entrerà varcando questa “porta”, si arriva su corso Mazzini, dove si incontrano le statue di una sorta di museo en plein air Bilotti. La famiglia Bilotti sta a Cosenza come gli Agnelli a Torino. Filantropi e mecenati nel dna i Bilotti hanno regalato alla città sculture dei maestri d’arte contemporanea (da Manzù a Dalì, da De Chirico a Rotella) che verranno disposte in maniera più armonica, illuminate e collegate tra di loro con percorsi accessibili anche ai non vedenti. Da ammirare le fontane musicali e il complesso monumentale di San Domenico, appena ristrutturato.

Occhiuto ha ripreso anche la costruzione del Ponte di Calatrava, opera ambiziosa che era stata bloccata per  anni dalla precedente amministrazione. Scendendo sul lungofiume si arriva al parco fluviale con i suoi 27 Box Art, eclettici contenitori di artisti contemporanei.  D’estate diventa Lungofiume Boulevard e si anima con salotti all’aperto e musica dal vivo e sembra di respirare un’aria bohémien da  Rive Gauche. Dalle parti di un’area industriale dismessa sorgerà un altro Museo d’arte contemporanea sulle ceneri di una fabbrica di pavimentazioni in graniglia. L’edificio dalla particolare forma richiamante i sassi di fiume sarà realizzato con tecnologie sostenibili e sollevato dal suolo ai fini della mitigazione del rischio inondazione. Ma l’asso nella manica del sindaco è la rivalutazione del centro storico come Porta Culturale della Città dei Bruzi.

Attraversando il ponte, si entra nella città vecchia dove sorgerà il Museo di Alarico, ricavato dell’abbandonato Hotel Jolly. Nel cuore della città antica, l’illuminazione diventa ‘artistica’,  riaprono le botteghe di un tempo, wine bar e baretti (per amor del vero una delle pioniere del rilancio della vecchia Cosenza fu la sindachessa Eva Catizone. Dal 2002 al 2006, tanto durò il suo mandato. E furono un po’ gli anni della dolce vita cosentina) mentre il Centro Studi Telesiani si trasferisce nello storico palazzo Caselli Vaccaro, e sarà sede della nuova Biblioteca Telesiana, Bruniana e Campanelliana, con l’ambizione di diventare un polo culturale di carattere internazionale per la diffusione della cultura del sapere.

Il processo è lungo ma la strada è tracciata ed è quella giusta. E visto che si ricandida l’anno prossimo, il passaparola anche fra quelli  i suoi nemici è: votiamolo. Occhiuto (che tra l’altro è stato anche membro del  Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Ambientali presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e membro del Comitato Tecnico Scientifico per i Beni Architettonici e Paesaggistici) ha dimostrato di avere la vista più lunga degli altri.

twitter@januariapiromal

Gentile Januaria Piromallo,
i cittadini di Cosenza hanno appreso con stupore dal suo articolo “la (ri) rinascita di Cosenza: la scommessa di un Sindaco non miope” che i visitatori dell’Expo, ove mai dovessero capitare in questa città, “non troveranno cantieri aperti”.
Nessuno vuole negare  che l’amministrazione del Sindaco Occhiuto, abbia realizzato qualcosa rispetto al nulla di chi lo ha preceduto, tuttavia gli esempi che lei ha scelto sono i meno calzanti.
Avrebbe potuto citare le piccole opere eseguite a Piazza Loreto e Piazza Santa Teresa, portate a termine in breve tempo, invece preferisce dedicarsi alle più importanti opere lasciando intendere senza dirlo – fra un “non troveranno cantieri” e uno “sta per diventare” – che se non sono finite poco ci manca…
I cantieri aperti ci sono. Non solo, per come potrà constatare dalle immagini della webcam fissa sui lavori Piazza Bilotti, a quasi due anni dall’inizio dei lavori, che “sta per diventare” un parcheggio sotterraneo (questo sarà, anche se l’articolo non ne parla) possiamo solo immaginarlo e non certo vederlo. Infatti la bella immagine di una piazza a corredo del suo articolo rappresenta una piazza diversa da quella di cui poi si parla. Quanto al Ponte di Calatrava, stando agli annunci del 2012 doveva essere terminato nel 2013, i lavori sono iniziati nel 2014 e finiranno quando non si sa… chi vivrà vedrà, questo e tutto il resto che è perlopiù ancora un “da farsi” e non un “già fatto”!
Insomma se voleva fare un “coccodrillo” da vivo al Sindaco Occhiuto poteva scegliere esempi migliori. Siamo certi che se avesse commissionato lui l’articolo, avrebbe saputo indicargliene, proprio perché non è un Sindaco miope. A Lei che certamente avrà visitato di recente Cosenza senza vedere cantieri forse un paio di occhiali servono.
Giovanni Caporale – Gruppo 25 Aprile
Saverio Sapia – Segretario Circolo GD di Cosenza “Valarioti”
Sandro Scalercio – ALBA Cosenza

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