Protesta e innovazione. La lotta dei tassisti contro Uber oscilla fra la manifestazione con i taxi a passo d’uomo nel centro di Milano e nuove app per contrastare la società americana sul suo stesso terreno. Così, dopo Mytaxi, che permette di chiamare le auto velocemente con lo smartphone, a Londra è spuntata Maaxi.

Start up fondata verso la fine del 2012, la società ha iniziato a operare lo scorso anno e la sua applicazione permette fino a cinque o sei passeggeri di condividere sullo stesso taxi il medesimo tragitto. “Stiamo cambiando il mondo del trasporto pubblico”, spiegano quelli di Maaxi che, in pratica, permettono ai mitici black cab londinesi di affittare i posti a sedere.

Condividendo i viaggi con altri clienti gli utenti possono godere della comodità delle auto pubbliche pagando un prezzo calcolato sulla distanza e il tempo trascorso paragonabile a quello dei bus o della metropolitana e a un terzo dei costi di Uber. Più clienti condividono lo stesso tragitto meno si paga.

Tramite la app i clienti possono vedere quali sono i taxi disponibili al momento per la loro destinazione così come il prezzo che pagheranno. E i tassisti, contrariamente a quanto succede con le corse classiche, possono chiedere una maggiore tariffa se imbarcano più passeggeri. Per questo, secondo l’amministratore delegato della società Gabi Campo si tratta di un gioco win-win, dove guadagnano tassisti e clienti.

Il sistema funziona grazie a una tecnologia di mappatura dinamica che permette di abbinare gli utenti alle destinazioni con l’obiettivo per i taxi di essere sempre pieni per proseguire con le altre corse.

La app ha ricevuto anche l’appoggio del sindaco di Londra Boris Johnson secondo il quale la capitale britannica “è una fucina di innovazione e il mondo dei trasporti non fa eccezione. Sono un grande sostenitore delle nuove tecnologie che supportano e sviluppano l’offerta dei cab londinesi”. “Si tratta del primo servizio al mondo on demand, un porta a porta del servizio pubblico di trasporto”, ha spiegato Gabi Campo che si è garantito l’appoggio finanziario di parte di Nat Rothschild, un nome che in Gran Bretagna è una garanzia con il suo patrimonio da 523 milioni di sterline.

“Visto che è abituale condividere autobus, treno o metropolitana con estranei, Maaxi mira a trasformare i black cab in un mezzo di trasporto pubblico personalizzato che sfida le vecchie abitudini e cambia il modo di spostarsi nella capitale”.

Londra, con il suo mercato da sette miliardi di sterline, è per ora è l’unico obiettivo della app che cerca di seguire i tragitti delle linee della metropolitana e dei trasporti di superficie per garantire un rifornimento costante di taxi nei momenti e nei luoghi dove c’è più bisogno.

Partito con un po’ di ritardo rispetto ai programmi, il servizio ha ricevuto l’appoggio della Taxi Drivers Association e fino a oggi ha raccolto l’adesione di 2500 tassisti, il 10% del totale. Non ci sono stime sui potenziali clienti, ma Campo punta verso l’1% dei 15 milioni di corse che fra trasporto pubblico e minicab ogni giorno percorrono la capitale.

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