Dopo neanche 45 giorni dall’esplosione del caso della polizza assicurativa offerta in omaggio per il primo anno dalle case automobilistiche, promozione rivelatasi una sorprendente fregatura, arriva uno spiraglio di luce per i 13mila poveri malcapitati rimasti vittima di questa pratica ingannevole.

“Potremmo chiedere alle tre compagnie assicurative coinvolte di rimborsare la differenza già pagata da chi ha sottoscritto la polizza gratis e si è ritrovato con un premio maggiore senza aver fatto incidenti“, così come ha annunciato Elena Bellizzi, capo del servizio tutela del consumatore Ivass (l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni).

Cosa significa? Nel caso in cui la proposta entrasse in vigore, chi ha già stipulato una polizza pagando un premio più alto rispetto a quello di cui avrebbe potuto usufruire, potrà chiedere il rimborso alla compagnia assicurativa di cui è attualmente cliente per non aver potuto beneficiare delle agevolazioni della legge Bersani nella stipula di un contratto assicurativo successivo. E il valore di questi polizze non è certo basso: si tratta di circa 6 milioni di euro di premi sottoscritti nel solo 2014.

La storia è nota. Lo scorso anno, complice la crisi del settore automobilistico e delle tasche degli italiani sempre più vuote, le concessionarie hanno proposto un’offerta decisamente allettante: comprare la macchina nova e avere anche la polizza assicurativa in omaggio per il primo anno. Ma al termine dei 12 mesi, gli assicurati hanno scoperto di aver perso i benefici della classe di merito acquisiti prima e di ritrovarsi in tredicesima classe, che è la più alta per chi è stato già assicurato. Un vero buco nella storia assicurativa con un conseguente salasso per la spesa dell’Rc auto. Il tutto in barba alla legge Bersani che dal 2007 permette di usare la classe di merito di un coniuge, un genitore, un fratello o un convivente presente nello stesso stato di famiglia. Quello che, infatti, non è stato mai spiegato agli automobilisti è che, accettando l’offerta, stipulavano una polizza collettiva dotata di franchigia e non di bonus malus. Così, una volta scaduta l’assicurazione, il cliente si è ritrovato, inaspettatamente, a perdere la classe di merito, perché la compagnia non è stata più in grado capire se durante l’anno precedente l’automobilista abbia fatto incidenti.

Contro queste polizze civetta, l’Ivass ha anche pensato a due possibili soluzioni: una per chi ha ancora in corso la polizza gratuita e l’altra nel caso l’annualità sia già scaduta. In particolare, nel primo caso, il consumatore ha diritto a un attestato di rischio normale, in cui ci deve essere la sua sinistrosità, comprensiva di tutto. Se, invece, la polizza gratuita è già giunta a scadenza, e si è andati da un altro assicuratore che ha fatto pagare un premio più alto, si ha diritto ad avere non solo l’attestato di rischio da chi ha dato la polizza gratuita e poi ci si può far correggere la posizione dal nuovo assicuratore, richiedendo indietro i soldi pagati.

Tutto positivo, insomma, per gli automobilisti alle prese con decenni di caro polizza e soprusi da parte delle assicurazioni con risarcimenti mai adeguati o clausole inserite senza nessuna informazione? Detto che la proposta dovrà essere valutata dall’Ania (l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) e dalle associazioni dei consumatori, in un incontro che si terrà la prossima settimana, meglio anche ricordare che è in arrivo un’altra fregatura per gli automobilisti che otterranno il rimborso. “Per una vecchia norma del 1961 – spiega a ilfattoquotidiano.it Giampaolo Petri di Konsumer – le compagnie assicurative dovranno restituire solo il valore della polizza, escluse le imposte”. Che, tuttavia, non hanno pochissimo peso, visto che rappresentano circa il 33% dell’importo. Numeri alla mano, quindi, per una polizza dal costo medio di 500 euro, saranno rimborsati solo 350 euro. “Una profonda ingiustizia – prosegue Petri – che va avanti da 54 anni e che penalizza gli automobilisti che non hanno commesso nessuno sbaglio, come in questo caso”.

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