Se vuoi parlare del mio esempio va bene, magari però non fare il mio nome. Non è che ci sia molto da vantarsi ad aver quasi quarant’anni ed essere ancora lì a lottare per un posto di lavoro” mi scrive la collega XY a cui ho chiesto il permesso di riportare qui il suo curriculum. Ma non è una questione di vanto; vorrei solo informare, far sapere cos’è necessario passare oggi per entrare stabilmente nella ricerca. Per carità, il suo percorso non è minimamente paragonabile allo strazio di un minatore italiano in Belgio, o anche alla depressione di un’insegnante siciliana in Emilia. Tuttavia, quando sento commenti che insinuano che i concorsi siano tutti truccati, che i nostri ricercatori siano ‘stanziali’, poco competenti eccetera, allora penso a XY e ai tanti validissimi colleghi che come lei fanno onore all’Italia in ambito internazionale; allora mi monta un po’ di rabbia. Per fortuna XY l’abbiamo ‘recuperata’, ma quanti come lei hanno messo una pietra sopra al ritorno in Italia e sono rimasti in nazioni che danno valore alla ricerca? Ecco un sunto del curriculum di XY.

Nata: giugno 1977.

Studio:

– Numerosi premi come migliore studente del suo liceo.

Laurea quadriennale in Matematica con lode, Università di Bologna: marzo 2001.

2001 – 2005: Dottorato di ricerca in Matematica, Università di Milano (posizione in cui è ammessa, anzi raccomandata un’esperienza in altri istituti).

Settembre – dicembre 2004: periodo di studio, Queen’s University, Kingston, Canada.

Gennaio – febbraio 2005: periodo di studio, Universidad Complutense, Madrid.

Pubblicazioni:

24 articoli (numero notevole nel nostro settore) su riviste internazionali fra cui alcune delle più prestigiose in assoluto.

Altra attività scientifica:

17 presentazioni a convegni, di cui 11 come invited speaker anche in centri di eccellenza internazionale come

Msri e Institut Mittag-Leffler.

41 seminari tenuti in università italiane e straniere.

Partecipazione a numerosi progetti di ricerca.

Referee per riviste specializzate del settore; recensore per Mathematical Reviews e per Zentralblatt Math.

foto postAttività didattica:

Esercitazioni e corsi universitari in Italia e Stati Uniti.

Abilitazioni:

Abilitazione a maître de conférence e a

professeur in Matematica pura nelle università francesi.

Abilitazione a professore associato in Matematica nelle università italiane.

Impieghi:

2005 – 2009: assegno di ricerca, Università di Bologna (posizione in cui è ammessa, anzi raccomandata un’esperienza in altri istituti).

Settembre 2005 – gennaio 2006: Research Assistant, Texas A&M University.

Giugno – settembre 2006: Investigador estranjero, Universidad Complutense, Madrid.

Luglio 2008: Teaching Assistant, MSRI, Berkeley, California.

Novembre 2009 – novembre 2010: Post-doc, Fondazione Bruno Kessler, Trento.

Novembre 2010 – novembre 2012: Marie Curie Fellow, Inria di Sophia Antipolis, Francia (posizione in cui è ammessa, anzi raccomandata un’esperienza in altri istituti).

Gennaio – febbraio 2011: Visitor, Institut Mittag-Leffler, Accademia Reale delle Scienze, Stoccolma.

Novembre 2012 – dicembre 2013: Ricercatore a tempo determinato tipo A, Università di Torino.

Dicembre 2013 – dicembre 2016: Ricercatore a tempo determinato tipo B, Università di Bologna.

Dunque, finalmente, nel dicembre 2013 XY è approdata ad un posto che nel 2016, data la sua abilitazione, le permetterà di avere un impiego a tempo indeterminato come professore associato (sempre che non succedano cose strane; siamo in Italia…); a questo punto ha potuto anche concedersi di mettere al mondo un figlio. Sta lavorando in modo egregio.

Un caso isolato? No. Avevo incontrato XY in un paio di concorsi in cui ero commissario e, anche se era sempre nella rosa di eccellenza, non aveva vinto. Sono veramente tanti i ragazzi come lei, con un curriculum di altissimo livello e variegato, che ritrovavamo in concorsi a Napoli, a Pisa, a Udine. Ormai avevano costituito una piccola comunità allegra nonostante tutto. All’università – prima ancora che arrivasse la crisi – le cose sono andate a rovescio che in tanti altri mestieri: i vecchi di solito dicono “Ai miei tempi sì che era difficile…”; ai miei tempi, invece, entrare nella carriera universitaria era incredibilmente più facile di adesso.

Non ho mai sentito XY parlare di quattrini, però vi dico che non troverei scandaloso se fra molti anni, a fine carriera, il suo reddito raggiungesse la metà di quello di un dentista onesto.

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