Un ventiquatrenne sospettato di aver progettato degli attentati contro contro “uno o due chiese” di Parigi è stato arrestato domenica 19 aprile dalle autorità francesi. Un arsenale di armi è stato ritrovato nel suo appartamento e l’uomo sarebbe coinvolto anche in un caso di omicidio di una donna di Villejuif, il cui corpo è stato crivellato di proiettili e poi trovato carbonizzato in un’auto. Il Ministro dell’interno francese, Bernard Cazaneuve, ha confermato a Le Figaro, che il sospetto jihadista è stato fermato nel 13esimo arrondissement della capitale e che gli attacchi sarebbero stati imminenti. Anche la moglie del sospettato è stata fermata dalle forze dell’ordine che hanno condotto perquisizioni nel comune di Saint-Dizier, dove abitano i familiari. L’emittente M6 rivela che l’uomo volesse colpire le chiese a Villejiuf, Val-de-Marne, alla periferia di Parigi domenica scorsa all’ora della messa. Gli inquirenti hanno ricostruito le intenzioni del ragazzo, che -rivelano i media francesi – era stato in Turchia una decina di giorni – esaminando il suo account Facebook e avrebbero anche trovato una lista dei commissariati con i rispettivi tempi prevedibili di intervento a seguito di un attentato. Il portavoce del governo francese Stéphane Le Foll ha intanto sottolineato che l’individuo in questione era stato individuato “ma nulla all’epoca permetteva di arrestarlo”.

Il giovane, secondo quanto ricostruito, sarebbe anche l’autore dell’assassinio, domenica, di un’insegnante di fitness ritrovata morta nella sua auto a Villejuif, in banlieue. E proprio da questa vicenda, ancora da chiarire, sarebbe scaturito – per caso – l’arresto del sospetto. Poco prima delle 9.00 del mattino di domenica 19, una telefonata al pronto soccorso fa accorrere un’ambulanza, dove un uomo giace in terra con una ferita da arma da fuoco. Si chiama – secondo quanto trapela oggi – Sid Ahmed Ghlam. Sostiene di essere stato aggredito e perde molto sangue. I soccorritori chiamano la polizia che risale le tracce di sangue e arriva a un veicolo parcheggiato poco lontano. All’interno, un arsenale da guerra: kalashnikov, pistole, giubbetto antiproiettile, munizioni e un lampeggiante da auto di polizia. All’ospedale, il ferito viene identificato come uno studente di informatica, algerino, arrivato in Francia nel 2009. Il giovane ammette di essere proprietario dell’auto. Nel suo appartamento, i poliziotti scoprono documenti che, secondo Cazeneuve, “dimostrano senza alcun dubbio che stava progettando di commettere un attentato, probabilmente contro una o due chiese”. La quantità di armi fa pensare all’esistenza di complici.

Cazeneuve ha aggiunto che i servizi tenevano d’occhio il ragazzo dall’anno scorso, quando aveva manifestato il desiderio di unirsi alla jihad in Siria. La sua connessione Internet era sotto controllo, come il suo telefono. Quest’anno sarebbe sparito una settimana per andare in Turchia e al suo ritorno sarebbe stato posto in stato di fermo, poi rilasciato. Le indagini condotte su di lui domenica, la sua ferita alla gamba, hanno spinto gli inquirenti a sospettarlo dell’omicidio di Aurelie Chatelain, 32 anni, istruttrice di fitness arrivata per uno stage di pilates a Parigi nel week-end. Era stata trovata uccisa da tre proiettili, adagiata sul sedile accanto a quello di guida nella sua auto. La polizia sospetta Sid Ahmed Ghlam di aver tentato di rubare la sua auto. Nell’azione, per motivi oscuri, l’algerino si sarebbe sparato per errore alla gamba.

Sono sei gli attentati sventati in territorio francese dall’inizio dell’anno, grazie alla collaborazione tra servizi di sicurezza DGSE (Direction générale de la sécurité extérieure) e DGSI (Direction générale de la sécurité intérieure). La polizia francese è attivamente mobilitata nella ricerca di possibili complici del giovane algerino sospettato di aver preparato attentati contro una o più chiese nella periferia di Parigi. Si teme in particolare il fatto che il sospetto abbia, come i fratelli Kouachi, un complice che potrebbe entrare in azione, come fece Amedy Coulibaly.

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