“Nel 2012 circa due terzi delle controllate locali hanno registrato un utile di esercizio, per poco più di 900 milioni complessivi; il 32,6% ha registrato una perdita, per un totale di quasi 1,1 miliardi di euro. La percentuale di imprese in perdita risulta inferiore di circa 4 punti a quella relativa al complesso delle società di capitali”. A ricordarlo, in attesa che la Corte dei Conti esamini i piani di dismissione delle partecipate locali previsti dalla legge di Stabilità e che il governo dia il via libera al disegno di legge di riforma dei trasporti locali, è stato il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, in audizione sul Documento di economia e finanza di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

“Tra i settori con le quote più elevate di controllate locali in attivo vi sono i servizi idrici e di gestione dei rifiuti e quelli dell’erogazione di energia elettrica e gas“, ha sottolineato Alleva. “Per contro, il settore dei trasporti è tra quelli con la quota più elevata di imprese in perdita”. In quel comparto, infatti, la percentuale tocca il 45% e il saldo negativo è di 185 milioni. Ma anche i servizi di supporto alle imprese non se la passano troppo bene (74 milioni di rosso) così come le attività immobiliari (saldo negativo per 55 milioni). Una fotografia che dovrebbe essere utile al governo a caccia di tagli che consentano di risparmiare almeno 10 miliardi. Anche se come è noto l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli aveva già presentato, l’estate scorsa, un programma dettagliato per “disboscare” la giungla delle partecipate.

Al contrario, i due terzi delle oltre 5mila società censite dall’istituto di statistica – su un totale di oltre 11mila realtà con partecipazione pubblica – hanno i conti in ordine e presentano bilanci in attivo: in testa quelle dei servizi elettrici e della fornitura di metano, con utili per circa 300 milioni.

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