Questa mattina, 21 aprile, tutti gli Uffici comunali di Roma hanno le porte sbarrate: 23mila dipendenti in vacanza per festeggiare il Natale di Roma. E chi si è recato comunque al lavoro, per garantire i servizi essenziali come certificati di nascita e morte o matrimoni, riceverà ovviamente gli straordinari. Perché il 21 aprile è festa agli effetti civili solo per i dipendenti del comune di Roma, che godono quindi di una seconda festività, oltre a quella canonica del 29 giugno (SS. Pietro e Paolo) valida per tutti i lavoratori romani. Nonostante un foglio affisso davanti a municipi e circoscrizioni, in cui si avvertiva della chiusura straordinaria, moltissima gente si è comunque recata sul posto, ignara della spiacevole sorpresa. “Me ne devo ritornare indietro, io sono venuto da fuori città, dal comune di Marino (castelli romani), saranno venti volte che vengo per una pratica. E’ un manicomio”, esclama indignato un signore che alle 7 del mattino si è già presentato davanti agli uffici comunali centrali di via Petroselli. La motivazione del festeggiamento, la celebrazione dei nobili natali della capitale, proprio non va giù alla gente alzatasi presto e venuta da lontano fino alla sede del Municipio Roma Centro storico: “Il Natale di Roma? Tutte stronzate – dichiara un altro -, ora a Marino gli è preso coi festeggiamenti, tutti mascherati, ci sono cose ben più importanti. Panem et circenses proprio”. Infine si presentano anche alcuni stranieri, che rimangono ancora più interdetti, non comprendendo un cartello scritto solo in italiano  di Giulia Di Stefano

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