Il giorno del Mobilegeddon. A partire da oggi Google introduce le modifiche dell’algoritmo che regola le risposte alle ricerche degli utenti favorendo i siti mobile friendly, ottimizzati per smartphone e tablet. La decisione del motore di ricerca è motivata dal fatto che oltre il 50% delle ricerche viene effettuato ormai da un dispositivo mobile, un dato che in occasione della stagione natalizia negli Stati Uniti ha superato anche il 60%.

Annunciato verso la fine di febbraio, il cambio “prevede la modifica del ranking nella pagina dei risultati delle ricerche – come spiega Luca Panarella, chief operating officer della unità “Direct Response Media” di LiveXtension, agenzia di marketing communication dell’incubatore di startup Digital Magics – questo significa che verranno “premiati” i siti correttamente visibili e utilizzabili da mobile e (già da febbraio) viene dato maggior spazio ai risultati relativi alle app rilevanti per la ricerca dell’utente”.

Secondo Google le modifiche avranno impatti “significativi” sui risultati anche se la modifica dovrebbe riguardare solo le ricerche effettuate da dispositivi mobili. Inoltre “alcune indiscrezioni dicono che si baserà sull’ottimizzazione delle singole pagine senza necessariamente influenzare l’intero sito”. Al solito, sarà solo dopo il rilascio e i possibili fine-tuning da parte di Google che potremo verificare se e quali “effetti collaterali” potranno esserci nelle ricerche desktop, aggiunge Panarella.

Ma quali caratteristiche deve avere un sito per non scomparire dalle prime pagine delle ricerche su Google? “Premesso che c’è una sottile distinzione fra un sito mobile friendly e un sito che risponde alle regole definite da Google per la compatibilità con i dispositivi mobili, le regole da rispettare sono queste: crea un sito facile da utilizzare per i clienti, valuta l’efficacia del tuo sito web in base alla facilità di completamento di attività comuni da parte dei clienti che utilizzano dispositivi mobili e seleziona un modello, un tema o una struttura per dispositivi mobili che sia uniforme per tutti i dispositivi”.

Sembra facile, ma il Mobilegeddon rischia di mettere in crisi numerosi siti che nonostante utilizzino la rete per il loro business non hanno fatto in tempo ad adeguarsi. Questo potrebbe significare una drastica discesa delle loro posizione nella classifica delle risposte del motore di ricerca e una importante diminuzione del fatturato.

La crescente importanza del canale mobile per il mondo dell’e-commerce è testimoniata anche dalla cifre rese note oggi dall’Osservatorio del Politecnico di Milano secondo il quale il 2014 del commercio elettronico si chiude con un miliardo di euro di vendite tramite smartphone, mentre nel 2015 si prevede una ulteriore crescita del 68% che porterà il canale vicino ai 2 miliardi di euro. Nel 2015 gli acquisti effettuati tramite smartphone e tablet raggiungeranno il 25% del totale eCommerce.

Il numero dei siti non ancora ottimizzati non è esiguo. Secondo la società di ricerca Portent il 40% dei principali siti non ha passato il test. Fra questi troviamo anche alcuni brand del lusso o, come riporta l’Economist, quello dell’Unione Europea. Google ha messo a disposizione un tool che permette di verificare se il sito è ottimizzato per il mobile. Curiosità: mentre il sito del Fatto quotidiano ha superato l’esame quello del governo risulta bocciato.

Il cambio di algoritmo potrebbe incidere molto di più sui siti europei. Nel Vecchio Continente Google controlla oltre il 90% del mercato delle ricerche con punte fino al 97% in Belgio, Germania e Finlandia. In Italia secondo i dati della ricerca pubblicata da Find, il 46% dei possessori di smartphone effettua una o più ricerche al giorno e la quota di mercato di Google è del 96% contro il 2% di Bing, l’1% di Yahoo e un altro 1% diviso fra Virgilio, Ask e Arianna.

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