“Indice di gradimento” dei sindaci: Virginio Merola precipita al 98° posto in classifica, terz’ultimo su 101 primi cittadini. E’ il responso della tradizionale classifica stilata da Ipr Marketing per il Sole 24 Ore e pubblicata il 20 aprile. Nel 2012, a un anno dalla sua elezione, Merola era al 56° posto. Ora il consenso nei suoi confronti sembra calato a picco.

Per il sindaco, deciso a ricandidarsi nel 2016 alla guida di Bologna, non è una bella notizia anche se, raggiunto a Palazzo D’Accursio, commenta: “Vado avanti a lavorare. Non siamo preoccupati”. Per il segretario del Pd bolognese, Francesco Critelli, la classifica del Sole 24 Ore pone sul tavolo “elementi che non bisogna né drammatizzare, né tanto meno sottovalutare”. “Sicuramente – aggiunge – avremo modo di poterci confrontare nel partito e con la città sui tanti temi che riguardano la vita di Bologna“.

Ed è da giorni che al primo cittadino arrivano le bordate del Pd locale che sottoporrà Merola a verifica nella conferenza programmatica. Un appuntamento che si terrà a maggio e in cui – ribadisce Critelli – “il partito affronterà le tante questioni che riguardano la città e più in generale il governo del territorio metropolitano”. “Il sindaco deve comunicare di più e meglio quanto fatto dal Comune di Bologna in questi quattro anni e quanto ancora vuole fare. Ma soprattutto bisogna che col partito ci parli davvero e non per finta”. Ad avvertire il primo cittadino è il renziano Benedetto Zacchiroli, membro della direzione regionale.

Pochi giorni fa, ad attaccare Merola era stato il deputato cuperliano Andrea De Maria che aveva rilanciato l’idea delle primarie mettendo un freno al bis automatico di Merola. A non andare giù al Pd locale è anche la mancata verifica di metà mandato da parte di Merola. A Bologna, difatti, è prassi che il primo cittadino a due anni e mezzo dall’inizio della sua legislatura illustri alla città, incontrandola nelle circoscrizioni di quartiere, il bilancio del suo operato. Merola, a dicembre 2013, aveva fatto stampare un opuscolo per illustrare quanto fatto, spendendo 76mila euro per il testo inviato ai cittadini.

Dopo le polemiche nate per questa spesa aveva lasciato perdere il tradizionale giro tra i cittadini ma – dicono dalla federazione del Pd – “Merola non ha fatto la verifica di metà mandato neanche con il partito”.  Un tour, quello tra i bolognesi, che era stato fatale a Sergio Cofferati. Su nove circoscrizioni, solo una lo aveva accolto in modo entusiasta. Negli altri il gelo, alternato alle critiche, avevano dato chiara indicazione che la sua corsa per il bis sarebbe stata assai difficoltosa. Cofferati aveva poi rinunciato a ricandidarsi.

Tornando a Merola, il rapporto tra il sindaco e il partito è sempre stato difficile. Il Pd gli rimprovera il mancato dialogo e lo scarso raccordo con la federazione. In più la sua marcia indietro di questi giorni sulla vendita delle azioni di Hera ha indispettito il partito che per mesi ha cercato di convincere i sindaci del bolognese, contrari all’operazione, della bontà del provvedimento, al quale si erano opposti anche Sel (alleato in Comune al Pd) e i sindacati.

Merola aveva inoltre iniziato un tour dei circoli, ma si era fermato dopo averne visitato qualcuno. A marzo ha inaugurato il laboratorio «1.000×100» che prevede una serie di incontri con i cittadini per mettere insieme uno zoccolo duro di mille sostenitori attraverso cento iniziative.

Il momento del confronto con il Pd avverrà invece alla conferenza programmatica decisa dal partito che dovrebbe entrare nel vivo all’inizio di maggio e concludersi entro l’estate. Poi ci sarà l’assemblea provinciale, che voterà il documento politico. Passaggio decisivo per decidere il bis “automatico” di Merola o le primarie.

A sottolineare l’importanza di una verifica dell’operato del sindaco anche il vicepresidente del Pd nazionale, Lorenzo Guerini che ha dichiarato i giorni scorsi: “Il partito bolognese farà tutte le sue valutazioni ed è giusto che ci sia una valutazione sul lavoro che si sta svolgendo”.

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