L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza“.

Un estratto da uno dei più suggestivi pezzi scritti da Antonio Gramsci nel 1917 per commentare il peggiore naufragio mai avvenuto nel Mediterraneo, il cui numero di vittime potrebbe superare le 900 persone.
Un mare di morti che dovrebbe spingere la nostra coscienza a cercare un’alternativa, trovare una soluzione o almeno concedere una possibilità a coloro che hanno il diritto di ricostruirsi una vita.

L’indifferenza della politica europea si è macchiata di uno dei più gravi delitti della storia contemporanea. Consapevole dell’inadeguatezza dell’operazione Triton e certa del fatto che gli sbarchi non si sarebbero arrestati, l’Ue ha continuato a voltare le spalle alle grida d’aiuto che oltrepassano le proprie frontiere.

“Il 22 maggio si terrà la Giornata internazionale per il diritto all’asilo, per l’abrogazione del Regolamento Dublino III e per la libertà di lavoro e di residenza in Europa”, come annuncia in un comunicato stampa Aboubakar Soumahoro dell’Esecutivo Usb e portavoce della Coalizione internazionale sans-papiers, migranti, rifugiati e richiedenti asilo.

“700 morti sono un crimine, non una tragedia – critica Soumahoro. – Le dichiarazione di circostanza, prive di senso e di umanità, sono un vero atto di ipocrisia. Perché l’Unione Europea da una parte è riuscita, in tempi immediati, a imporre le politiche di austerity alle popolazioni con risultati devastanti in termini di disoccupazione, e dall’altra, lascia morire nel Mediterraneo centinaia di persone. Senza parlare dei sopravvissuti, ai quali riserva la gabbia del Regolamento Dublino III”.

Quella stessa Unione Europea nata con lo scopo di superare i massacri e le violenze della Seconda Guerra Mondiale, che oggi resta indifferente davanti alla strage che lentamente si sta consumando lungo le coste dei suoi confini meridionali. Dal gennaio di quest’anno a oggi si contano circa 1.600 vittime in quel breve tratto di mare: una cifra 100 volte superiore ai 17 dello stesso periodo del 2014.

Perché si potrebbe decidere di concedere dei canali di accesso legali e controllati dalle coste dell’Africa fino ai Paesi in grado di gestire un’accoglienza adeguata, che miri all’integrazione e non all’assistenzialismo a scopo di lucro. Perché l’Europa potrebbe rilanciare un’operazione come Mare Nostrum senza aspettare che l’Italia si prenda a carico una responsabilità e una spesa di tale portata da sola.

Ma “l’indifferenza è il peso morto della storia […] la materia bruta che strozza l’intelligenza” e prende voce nelle frasi vergognose che si moltiplicano nei social media o sfiatano dalle bocche politicanti della Santanché e del Salvini di turno. E a chi non riesce a stare indifferente a così poca umanità non resta che sfogare la sua rabbia sulla pagina di un blog e manifestare il proprio sdegno verso chi non riesce a vedere dei volti umani dietro quei numeri da statistica.

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