Al vertice congiunto di ministri degli Esteri e dell’Interno dell’Unione europea a Lussemburgo, il commissario per l’Immigrazione Dimitris Avramopoulos ha presentato un piano d’azione di 10 punti per “azioni immediate” da intraprendere in risposta alla situazione di crisi nel Mediterraneo dopo la strage nel canale di Sicilia costata la vita a 900 migranti. Per l’Italia il paragone tra Triton – il piano di controllo delle frontiere marittime finanziato dall’agenzia europea Frontex – e il vecchio Mare Nostrum – operazione italiana varata nel 2013 con un bilancio in attivo di 150mila persone salvate – è inevitabile.

L’Unione europea dovrà rafforzare le operazioni congiunte nel Mediterraneo, Triton e Poseidon, aumentando le risorse economiche e il numero di equipaggiamenti. È questo il primo dei dieci punti del piano presentato a Lussemburgo. Proprio questo è spesso contestato all’operazione Triton nel confronto con l’italiano Mare Nostrum: il costo di 9 milioni di euro al mese della prima operazione ha permesso nell’arco di un anno di dispiegare, entro 100 miglia dalla costa, una nave e due corvette della Marina militare, 2 pattugliatori, 6 elicotteri, 2 aerei droni e circa 700 militari. I finanziamenti messi a disposizione da Triton sono invece di 2,9 milioni di euro al mese e l’area di azione è di 30 miglia marine dalla Sicilia.

Il secondo punto del piano d’azione europeo prevede uno sforzo sistematico per catturare e distruggere le navi usate dai trafficanti. “I risultati positivi ottenuti con l’operazione Atalanta dovrebbero ispirarci a operazioni simili contro i trafficanti nel Mediterraneo”, aggiunge la nota. Al terzo punto c’è un rafforzamento dei contatti tra le agenzie Ue Europol (l’ufficio di polizia europeo), Frontex (l’agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne), Easo (l’agenzia per il sistema europeo di asilo) e Eurojust (l’Unità di cooperazione giuridica europea), per la raccolta di informazioni sul modus operandi dei trafficanti, per tracciare i loro fondi e assistere nelle indagini. Il quarto punto prevede un aiuto a Italia e Grecia dispiegato da Easo per processare congiuntamente le richieste di asilo. Sempre sul controllo dei migranti si basa il quinto punto, che assicura la garanzia da parte degli Stati membri di prendere le impronte digitali a tutti. Il sesto punto propone la valutazione di opzioni per un meccanismo di ricollocazione di emergenza.

Il settimo punto introduce un ampio progetto pilota volontario europeo sulla ricollocazione, con l’offerta di posti a persone che necessitano di protezione. Il rimpatrio veloce dei migranti irregolari è oggetto dell’ottavo punto, con la creazione di un nuovo programma coordinato da Frontex con gli Stati membri in prima linea. Il nono punto garantisce uno sforzo congiunto tra la Commissione e il Servizio di azione esterna per l’impegno con i Paesi che circondano la Libia, con un incremento delle iniziative in Niger. L’ultimo punto non per importanza, il decimo, contempla l’invio di ufficiali di collegamento sull’immigrazione in Paesi terzi chiave, per raccogliere informazioni sui flussi migratori e rafforzare il ruolo delle delegazioni europee.

Il piano d’azione sarà sottoposto al summit dei capi di Stato e di governo convocato per giovedì 23 aprile: “Presenteremo queste proposte al Consiglio Europeo che si riunirà giovedì in sessione straordinaria per affrontare la situazione nel Mediterraneo”, hanno annunciato Avramopoulos e l’Alto Rappresentante per la Politica estera, Federica Mogherini, che ha presieduto la riunione. “Da oggi – ha detto l’Alto rappresentante – c’è un nuovo livello di consapevolezza”, un “nuovo senso di urgenza” da “mettere in atto immediatamente” in vista del vertice.

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