Una diretta che, in realtà, è una replica. Ma all’insaputa dei radioascoltatori. E che ripropone la stessa intervista – andata in onda una settimana prima – in versione “ritoccata”, con qualche taglia e cuci, sul tema intercettazioni. Facendo riferimento a quelle che riguardano la fondazione Italianieuropei di Massimo D’Alema, che avrebbe incassato 60mila euro dalla vendita di libri e vini dell’ex presidente del Consiglio – che non è indagato – alla coop rossa Cpl Concordia, al centro dell’inchiesta sulla metanizzazione di Ischia. Succede a Mix 24, il programma di Radio 24 condotto da Giovanni Minoli, in onda dal lunedì al venerdì alle 9 (e che, come si legge sul sito, invita gli ascoltatori a intervenire in diretta). Un episodio che, come spiega una nota del comitato di redazione della radio ai giornalisti dell’emittente, “ha danneggiato l’immagine e la reputazione di Radio24” ed è stata “spacciata alle agenzie come fresca”. E anche agli ascoltatori.

La ricostruzione: puntata del 25 marzo – Nella trasmissione del 25 marzo l’ospite è Luca Palamara, ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati e membro del Csm. Il tema sono le intercettazioni. (Al minuto 1,38) Dopo avere mandato in onda un breve estratto audio del film “Le vite degli altri” – che racconta il capillare sistema di spionaggio nella Ddr – il giornalista chiede: “Le intercettazioni e il loro uso lecito o indiscriminato. Sono un tema da risolvere oggi, è così?”. Risponde Palamara: “Buongiorno, io penso che oggi abbiamo altre priorità sicuramente, che sono quelle legate ai fatti di corruzione. E’ ovvio che quando ritorna in ballo il tema delle intercettazioni è giusto sempre svolgere un serio momento di riflessione”. Poi si prosegue, sempre sul tema giustizia. Ma l’intervista al magistrato viene riproposta il 1 aprile. Il giorno prima il nome di Massimo D’Alema spunta nell’inchiesta napoletana sulle presunte tangenti.

Ascolta la puntata del 25 marzo

Video di Gisella Ruccia

Dove “spunta” il nome di D’Alema – Dalle carte emergono strettissimi rapporti tra la coop e il politico, rapporti che l’ex premier definisce “trasparenti”. Consistono in tre versamenti regolarmente registrati per totali 60mila euro da Cpl Concordia alla Fondazione Italiani europei; l’acquisto di 500 libri di D’Alema e di 2000 bottiglie di vino prodotto da sua moglie. Uno degli indagati parla dell’ex premier come uno pronto “a mettere le mani nella merda”. Intercettazioni diffuse dai media a seguito delle quali l’ex premier è intervenuto in un’intervista al Corriere della Sera dicendosi “indignato e offeso”. Poi ha avanzato il dubbio che i pm fossero in cerca “di qualche forma di pubblicità” e sollecitato l’intervento di Anm e Csm.

La replica all’insaputa del 1 aprile – Mercoledì 1 aprile torna in onda Mix 24. Con l’intervista della settimana prima a Palamara e con qualche ritocco, anche se Minoli non fa cenno agli ascoltatori del fatto che si tratti di un estratto identico a quello già andato in onda nella puntata del 25 marzo. Per di più, tagliato e cucito con riferimenti a D’Alema. Fino al minuto 1.39 le due puntate sono identiche. Poi arriva la domanda di Minoli: “Le intercettazioni e il loro uso lecito o indiscriminato”. Ma il prosieguo è diverso: “All’ordine del giorno, dopo il caso D’Alema e la sua indignata reazione, al veder tirato in ballo il suo nome, senza nessuna accusa che lo riguarda“. Taglia e riprende con le parole della registrazione del 25 marzo: “Sono un tema da risolvere oggi, è così?”.

La puntata del 1 aprile

Video di Gisella Ruccia

Nella “nuova” risposta di Palamara però viene eliminato il pezzo: “Buongiorno, io penso che oggi abbiamo altre priorità, sicuramente che sono quelle legate ai fatti di corruzione” e rimane soltanto “è ovvio che quando ritorna in ballo il tema delle intercettazioni è giusto sempre svolgere un serio momento di riflessione”. Poi l’intervista prosegue identica a quella del 25 marzo fino all’ultimo ritocco dei saluti. Nella puntata del 1 aprile vengono tagliati e Minoli si rivolge al giornalista Mario Sechi in studio traendo le sue conclusioni sulle parole del magistrato: “Insomma Mario, Palamara mi sembra che sia almeno a titolo personale chiarissimo: bisogna anticipare il momento di selezione delle cose che si depositano per fare una pulizia di quello che c’entra e quello che non c’entra e chi deposita male e sbaglia paga”.

Il cdr alla redazione: “Questo episodio danneggia la reputazione di Radio 24” – Sul taglio ad hoc della registrazione è intervenuto anche il cdr (comitato di redazione, rappresentanza sindacale interna) di Radio 24, che il 2 aprile comunica alla redazione di avere chiesto conto al direttore Roberto Napoletano del riutilizzo dell’intervista a Palamara, alla quale è stato cambiato “solo il ‘cappello’ introduttivo con un riferimento al caso d’Alema” poi è stata “spacciata alle agenzie come fresca”. Un episodio che ha “danneggiato l’immagine e la reputazione di Radio24”.

Il 3 aprile il cdr riferisce alla redazione che il direttore “ci ha telefonato” e che “ritiene sufficiente che anche Palamara sia stato d’accordo con la messa in onda della replica“. Napoletano, prosegue poi la nota inviata ai redattori della radio, “ha tuttavia ammesso che sarebbe stato più opportuno dichiarare che si trattava di una intervista già trasmessa pochi giorni prima. E questa – conclude la comunicazione dei rappresentanti sindacali – secondo il cdr, è stata la cosa più grave”.

La replica di Minoli – Contattato da ilfattoquotidiano.it, Minoli, specificando di “non capire l’interesse per la vicenda” e “il problema”, spiega che “Palamara era d’accordo. Ha riascoltato l’intervista prima della messa in onda e mi ha detto che avrebbe ripetuto le stesse cose”. La “versione” del 1 aprile? “Assolutamente identica” rispetto a quella del 25 marzo. E ci invita a riascoltare l’audio. Ma quello che emerge sono frasi aggiunte e tagliate. Minoli, a questo punto, sottolinea la necessità di contestualizzare “visto quello che era successo” (ovvero l’uscita delle intercettazioni che riguardavano D’Alema). Sul taglio della risposta di Palamara? “Non lo so, si vede che non era interessante la replica“. E perché non ha avvisato i radioascoltatori che si trattava di una intervista già andata in onda? “Avvisate voi gli ascoltatori di quello che scrivete. Grazie e arrivederci”. Poi riattacca.

Palamara: “Tutto concordato” – Anche Luca Palamara conferma la versione di Napoletano e Minoli: era a conoscenza della replica della sua intervista, “ritocchi” inclusi. “Il mio intervento è stato semplicemente attualizzato. Anche il passaggio che è stato cambiato era concordato e l’ho risentito prima della messa in onda – dice – Non è mai stato fatto nulla a mia insaputa”. Ma nell’attacco della sua risposta sottolineava che le priorità erano altre rispetto alle intercettazioni. “Non è una parola in più o una in meno che cambia il senso di quello che ho detto. Peraltro sono le stesse cose che ripetevo anche quando ero presidente dell’Anm“. E conclude: “C’è stata assoluta correttezza da parte del conduttore“.

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