Sono giorni decisivi per la tenuta del Pd, eppure il gotha del partito non disdegna una passerella: alla prima del nuovo film di Veltroni sfila compatta la vecchia guardia insieme ai giovani rampolli del renzismo, con D’Alema che apre la strada a Lotti, Madia e Boschi. Il giorno seguente tutto un altro clima all’assemblea notturna del partito, che sancisce la vittoria della linea del premier e la sconfitta dell’opposizione interna: l’Italicum non si tocca e il premier non arretra neanche quando Roberto Speranza, capogruppo del Pd alla Camera, si dimette. La minoranza chiede la sospensione dei lavori ma alla fine viene messa all’angolo e se ne va. “Un errore far coincidere il Pd con il premier e la maggioranza dei gruppi parlamentari” attacca Fassina, mentre Bersani promette di votare no all’Italicum il prossimo 27 aprile alla Camera. Quale futuro c’è per quella parte del Pd che si oppone al “rottamatore”? Può esistere ancora “la ditta”? Il servizio di Luca Bertazzoni

Articolo Precedente

Servizio Pubblico, Santoro: “La democrazia dei bambinoni”

next
Articolo Successivo

Servizio Pubblico, Bersani sull’Italicum: “Stavolta non me la sento di votare”

next