Parla Martin Xuereb, comandante della Moas, la Migrant Offshore Aid Station, prima e unica missione privata di ricerca e soccorso in alto mare (leggi l’articolo): “Gli scafisti stanno diventando sempre più aggressivi perché il numero di persone che tenta la traversata è in continua crescita”. Alla notizia dei colpi esplosi dai trafficanti di esseri umani contro le nostre navi, in modo da recuperare la carretta del mare su cui viaggiavano i migranti, il comandante non si scompone e avverte: “Questo incidente non deve assolutamente fermare le attività di soccorso. E’ capitato anche a noi l’anno scorso, ma ci siamo fatti da parte perché la nostra missione è salvare le vite umane e non recuperare i barconi”. Dopo il successo dell’anno scorso, quando in due mesi recuperarono 3000 naufraghi, la Phoenix è di nuovo pronta a salpare: “Staremo in mare da maggio a ottobre, ma servono donazioni perché i soldi raccolti fino a ora bastano a finanziare 60 giorni di attività”  di Lorenzo Galeazzi, montaggio di Paolo Dimalio

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Migranti, riparte Moas: la missione privata “a caccia” delle carrette del mare

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