“Oggi l’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale è sotto controllo”. Gino Strada, fondatore e medico operativo nell’ong italiana Emergency, lancia questo con un messaggio sulla sua pagina Facebook. L’ultima comunicazione prima di oggi risaliva a esattamente un mese fa, quando il chirurgo aveva postato sul social un messaggio di preoccupazione per i malati della Sierra Leone, temendo un cambiamento del virus. Nonostante le mutazioni subite, il virus non è diventato più aggressivo di quanto lo fosse 40 anni fa, come dimostrato da un modello informatico elaborato dai ricercatori guidati da Simon Lovell dell’università di Manchester, per misurare l’aggressività del virus dell’Aids.

Un anno fa il virus Ebola aveva cominciato a uccidere in Africa occidentale e l’Europa aveva cominciato a spaventarsi. Un’epidemia feroce che nel giro di un anno ha portato via migliaia di vita in Liberia, Sierra Leone e Guinea, ma anche in Nigeria e altri stati. Solo in agosto però l’Oms aveva dichiarato l’emergenza internazionale suscitando anche la risposta polemica di Medici senza Frontiere. L’impegno internazionale, anche con l’invio di un siero sperimentale dagli Usa quando il virus ha cominciato a uccidere gli occidentali, ha permesso anche la messa a punto di un vaccino per una malattia temuta anche perché uccide fino al 90% dei contagiati (leggi la scheda)

A fine 2014 il numero di morti accertati da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità era di oltre 7700, su un totale di quasi 20mila casi registrati. Oltre un miliardo di euro di aiuti finanziari erano stati impegnati dall’Unione europea nel corso dell’anno. Un dramma umanitario ed economico che la Banca Mondiale ha stimato a oltre 800 milioni di dollari entro la fine del 2015. Il paziente zero era stato poi individuato di un bimbo di due anni.

“Questa volta ci siamo, l’epidemia è sotto controllo. Ci sarà ‘una coda’, pochi casi sporadici nel Paese, ma questa epidemia in Africa occidentale – scrive Strada – è stata vinta, finalmente. Il nostro centro non ha più ammalati, solo pochi convalescenti che saranno dimessi nei prossimi giorni. E anche per me, dopo più di 6 mesi, è finalmente ora di tornare a casa. Grazie a tutto il nostro staff, alle centinaia di persone che si sono impegnate con passione e professionalità. Grazie a tutti voi che ci avete incoraggiato e sostenuto in questa esperienza durissima e rischiosa, da soli non ce l’avremmo fatta”. Un’esperienza che stava costando la vita a Fabrizio Pulvirenti, il medico di Emergency contagiato e dichiarato guarito il 2 gennaio scorso.

Intanto proprio oggi l’Oms ha invitato i sopravvissuti di Ebola a stare attenti e usare protezioni durante i rapporti sessuali perché sono state trovate tracce del virus negli spermatozoi di un uomo quasi 6 mesi dopo dalla sua guarigione, come riporta la Bbc.
Finora era stata documentata la presenza del virus 90 giorni dopo, ma non è chiaro oltre questo periodo di tempo possa contagiare e diffondersi. Per questo gli operatori sanitari stanno facendo ulteriori studi per valutare i rischi. Non ci sono inoltre casi provati di Ebola trasmessi attraverso i rapporti sessuali durante questa epidemia o altre precedenti. Ma secondo Nathalie Broutet dell’Oms, questo caso recente ha indotto gli esperti ha rinforzare il loro allerta.

Questa volta ci siamo, l’epidemia è sotto controllo. Ci sarà “una coda”, pochi casi sporadici nel Paese, ma questa…

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