Il Coachella festival ha poco o nulla a che vedere con il mitico Woodstock, se non altro per l’allestimento e l’organizzazione: niente accampamenti improvvisati sui prati, ma campeggi regolamentari; niente panini, ma ristoranti e punti ristoro; biglietti di ingresso piuttosto costosi (il più economico costa 375 dollari); braccialetto elettronico per entrare e uscire; aree Vip; navette e shuttle per raggiungere il campo; pacchetti trasporto+albergo ecc. E però la popolarità di questo festival musicale e delle arti, partito un po’ in sordina, è in crescita tanto che l’edizione 2015 si svolge in due weekend: dal 10 al 12 e dal 17 al 19 aprile (ingressi tutti esauriti). La prima edizione, avvenuta nel 1999, è stata un mezzo fiasco, tanto che l’anno successivo non se ne fece niente. Nel 2001 ci hanno riprovato e da allora il festival si è svolto ogni anno con sempre maggior successo.

Si svolge negli Empire Polo Fields di Indio, nella omonima Coachella Valley, in California. Di pari passo con la popolarità è cresciuta anche la partecipazione degli artisti, via via sempre più numerosi e famosi insieme con gli esordienti: Amy Winehouse, Dr. Dre and Snoop Dogg, Prince, Paul McCartney, Arcade Fire, Wu-Tang Clan, The Killers, Radiohead, Daft Punk, Madonna, The Cure, Kanye West, Eminem, Gorillaz, The Black Keys, Rage Against the Machine, Beck, Nine Inch Nails, The Strokes, The White Stripes, Jay-Z, Beastie Boys, Muse, Red Hot Chili Peppers, and Foo Fighters. I generi spaziano dal rock, all’indie, all’hip hop, all’elettronica ed è accompagnato da installazioni d’arte e sculture. Oggi è forse il più grande e famoso tra i festival di musica; sicuramente è quello che macina più guadagni: nel 2014 ha incassato la cifra record di oltre 78 milioni di dollari.

Naturalmente, siccome anche il cuore (e non solo il portafogli) vuole la sua parte, il richiamo agli anni ’70, all’epoca hippy, ai figli dei fiori, allo stile alternativo (e naturalmente a Woodstock) fa parte dell’allestimento e gioca una parte non indifferente nel successo dell’iniziativa. Tanto che è di rigore (almeno quest’anno) vestirsi come negli anni Settanta: pantaloni a zampa di elefante, frange a go-go, bluse ricamate, vestiti lunghi, shorts e stivaletti scamosciati, canottiere annodate sul davanti. Basta vedere la “collezione ufficiale” realizzata appositamente da H&M, il colosso svedese dell’abbigliamento, fatta appunto di top corti con le frange o multicolor, sandali zeppa, vestiti in pizzo, ampi kimono (sempre rigorosamente con le frange), cappelli a tesa larga.

Al Coachella festival si ispira direttamente anche la collezione primavera estate di Twenty Easy, un brand made in Italy dedicato alle giovanissime che «vogliono proiettarsi con la mente in California»: pantaloni a campana, vita alta e maglie cortissime, frange e fiori, poncho e giacche in pelle, stampe geometriche. Insomma, se non si può andare in California, si può fare finta di essere là scegliendo un look hippy chic, alternativo ed etnico.

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