Forse ha ragione chi dice che le mezze stagioni non sono più quella di una volta, almeno in televisione. Qui, primavera e autunno ce le ricordavamo come il tempo delle battaglie, per quanto addomesticate dalla logica strutturale del duopolio, volte a esibire e misurare i muscoli dei palinsesti. Puntando agli occhi e mirando alle tasche degli investitori pubblicitari presenti e futuri. Il tutto al fine di fissare quanto i primi dovessero essere compensati di eventuali delusioni rispetto ai risultati promessi alla firma dei contratti e quanto i secondi riterranno accettabile sborsare a fronte degli spot futuri.

Ma stavolta, almeno a giudicare dal lunedì appena passato, i fuochi d’artificio sono stati riservati solo al mese di marzo, quando le due ammiraglie inalberavano i rispettivi vessilli: la fiaba da pianerottolo su RaiUno, con “Un passo dal cielo”, protagonista il Terence Hill forestale (giusto in tempo prima che il governo Renzi lo trasferisca alla polizia e/o ai carabinieri); lo scosciamento ormonale su ”L’Isola dei –sempre meno- famosi”.
E chi ci ritroviamo a un mese di distanza a coprire le stesse posizioni in palinsesto?

Su RaiUno Si può fare”, un talent dei (si fa sempre per dire) famosi con tanto di giurati e di Carlo Conti. A proposito, pare che il format, della cui originalità ognuno può valutare, non sia emerso dai think tank della Rai, ma da una casa di ideazione israeliana, appositamente pagata (almeno supponiamo).

Visto che RaiUno aveva deciso di picchiare in modo così duro e imprevedibile con l’intrattenimento da studio, Canale 5 ha organizzato un contrattacco non meno sorprendente mettendo in campo alcuni episodi della telenovela spagnola “Il Segreto”, l’arma decisiva dei suoi palinsesti degli ultimi anni, con cui tra pomeriggi e serate ha costruito un pubblico che ne segue qualsiasi apparizione, come quelli costretti a correre appresso a un narratore da cui aspettano i continui esiti della storia.

Va da sé che la composizione delle platea di RaiUno e Canale5 è cambiata. Le signore un po’ in là negli anni, che restavano incollate al forestale Terence Hill, non si sono entusiasmate in pari proporzione con Carlo Conti; i maschi dai 4 ai 55 anni, che si erano mobilitati per la Playa Desnuda, non hanno provato pari attrazione per “Il Segreto”, che si svolge, come forse non tutti sanno, nei castigati costumi propri di un villaggio spagnolo all’inizio del secolo passato.

Passando all’insieme, tre milioni di spettatori hanno mollato RaiUno e quasi un milione in meno ne ha radunati Canale5. Di tutti questi il grosso è rifluito sulle altre reti, dal telefilm poliziesco di Rai2 ai talk di Rete4 e La7 nonché, parecchi, a beneficio del grappolo di canali-target di Discovery. Un milione e mezzo di ex spettatori sono invece scomparsi prendendo la porta di casa o infilandosi in camera da letto. Sono quelli che hanno capito che mentre Draghi fa di tutto per smuovere le acque col quantitative easing, nella tv italiana di metà aprile spira già il venticello delle vacanze. Buonanotte.

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