Ai parlamentari del M5S la banca piace etica, mentre è bipartisan la tendenza di chi a Unicredit e Intesa Sanpaolo, titoli che tra deputati e senatori vanno per la maggiore, preferisce le banche locali e di credito cooperativo. E’ il caso del ministro dei Beni Ambientali e culturali, Dario Franceschini, che investe in un piccolo istituto della sua Ferrara. Mentre l’ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini (nella foto), dalle azioni della Banca di credito cooperativo Alto Reno, che ha sede in provincia di Bologna, sua città natale, spicca il volo investendo nei settori più disparati anche all’estero. Ecco quello che emerge dalla seconda puntata dell’analisi (leggi la prima) degli investimenti azionari (148 in tutto) dichiarati nella documentazione patrimoniale dei deputati e senatori depositata in Parlamento e che ilfattoquotidiano.it ha passato in rassegna.

AZIONI ETICHE Dei cinque parlamentari pentastellati che dichiarano partecipazioni azionarie, sono tre quelli che possiedono azioni della Banca popolare etica. La deputata Federica Daga ne detiene 5, il senatore Giovanni Endrizzi 3, mentre il senatore Gianni Pietro Girotto, nella dichiarazione 2014, attesta un «aumento di 1.000 euro delle azioni di Banca popolare etica» detenute. Si tratta di un istituto di credito cooperativo nato nel 1999, che tra i soci fondatori annovera le Acli, l’Agesci, l’Arci, l’Associazione Botteghe del Commercio Equo Solidale, l’Associazione italiana agricoltura biologica, Emmaus Italia e il Gruppo Abele. Ispirato alla Finanza etica, come si legge sul sito, con il risparmio raccolto finanzia «organizzazioni che operano in quattro settori specifici: cooperazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e tutela ambientale». E proprio come nel M5S, anche nella Banca etica “uno vale uno”, infatti «la gestione democratica è assicurata dalla libera partecipazione dei soci secondo il principio di “una testa, un voto”». Oltre ai tre pentastellati, in Parlamento siedono altri tre azionisti della Banca popolare etica, tutti del Partito democratico. Si tratta dei deputati, Paolo Beni e Luigi Lacquaniti, ciascuno detentore di 5 azioni, il cui valore unitario, secondo quanto riportato da Lacquaniti nella dichiarazione 2013, ammonta a 52,50 euro, e del senatore Bachisio Silvio Lai, possessore di una sola azione.

CASA E BOTTEGA Tra i parlamentari che detengono azioni di istituti di credito, molti come dicevamo hanno scelto di investire in titoli di banche locali e di credito cooperativo, optando per quelle delle zone d’origine. Così, spulciando gli elenchi balza all’occhio che il ministro dei Beni e delle Attività culturali Dario Franceschini possiede 300 azioni della Cassa di Risparmio di Ferrara, sua città natale, mentre il suo collega del Pd, il senatore Maurizio Migliavacca, negli anni Novanta presidente della provincia di Piacenza, oltre a 29.160 azioni Telecom Italia Risparmio, ne detiene 300 della Banca di Piacenza. Si concentrano in Emilia Romagna anche gli investimenti del deputato democratico Tiziano Arlotti, originario di Rimini e titolare di 100 azioni della Bcc Valmarecchia e di 40 della Banca malatestiana, entrambe della zona; quelli del deputato di Sel Giovanni Paglia, che dichiara 5 azioni della Cassa risparmio di Ravenna, città dove è nato ed è stato consigliere comunale fino al 2001; del senatore del Pd Giancarlo Sangalli, aretino di nascita ma bolognese d’adozione, che oltre a pacchetti di Eni, Enel, Enel Gren Power e Unicredit detiene 13 azioni della Banca di Bologna; e della senatrice del Pd Mara Valdinosi che, nata e residente a Cesena, possiede 10 azioni della Banca Romagna Centro Credito Cooperativo a Forlimpopoli. Ancora: anche se risiede a Milano, il deputato democratico Ernesto Preziosi dichiara 6.095 azioni della Banca delle Marche, sua regione di nascita, mentre l’esponente di Ncd Paolo Tancredi ne sottoscrive 600, per un valore di 21mila euro, della Bcc di Teramo.

DA NORD A SUD Gli investimenti “locali” si confermano anche spostandosi più a nord. Spiccano su tutte le 100mila azioni di Banca Carige, istituto ligure, del senatore democratico Federico Fornaro, residente in Piemonte, ma nato a Genova. Al consistente pacchetto si aggiungono anche 4.430 azioni della Banca di Milano. Sono, invece, 7.254 le azioni del Credito valtellinese possedute dal sottosegretario per gli Affari esteri Benedetto Della Vedova, nato proprio a Sondrio, città sede della banca, dove si trova anche la popolare di Sondrio, di cui detiene 40 azioni il senatore del Pd Mauro Del Barba. Stessa scelta per il forzista Giancarlo Galan, il democratico Federico Ginato, l’ex leghista Patrizia Bisinella e l’esponente di Ncd Mario Dalla Tor, tutti veneti. Galan dichiara 3mila azioni di Veneto Banca, Ginato un pacchetto del valore di 1.032 euro della Banca di credito cooperativo vicentino, Bisinella 102 azioni della Banca popolare di Vicenza e Dalla Tor, oltre a 27mila azioni della Banca popolare Etruria e 3mila di Mediobanca, 1.701 della Banca popolare di Vicenza, 1.000 di Veneto Banca e 100 di Autovie venete.

CONFLITTO PALESE Scendendo verso sud il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano, napoletano, dichiara 10 azioni del valore di 5mila euro della Bcc di Napoli. Restando in Campania, 10 azioni della Bcc irpina per il senatore forzista Cosimo Sibilia, avellinese. Doppio investimento poi per l’esponente di Ncd Antonino Minardo, siciliano, titolare di 100 azioni della Banca agricola popolare di Ragusa e 100 della Bcc della contea di Modica. In Puglia, invece, il deputato forzista Rocco Palese dichiara 2.358 azioni della Banca popolare pugliese, mentre il suo collega di partito, il senatore Luigi Perrone, 200 della Banca popolare di Puglia e Basilicata e 723 della Banca popolare di Bari. Proprio quest’ultima era stata oggetto di un emendamento di Palese, poi bocciato, che aveva proposto di sottrarla alla riforma delle banche popolari voluta dal governo Renzi.

SENZA FRONTIERE Decisamente meno patriottico il presidente della commissione Esteri del Senato e leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Anche per lui una partecipazione di 400 azioni nella Banca di credito cooperativo Alto Reno, naturalmente, che ha sede in provincia di Bologna, sua città natale. Ma a questa, che dichiarava già nel 2013, l’anno successivo si sono aggiunti altri dodici pacchetti azionari di diversissima natura, nove dei quali in società con sede all’estero. Accanto alle italiane Enel, Eni e Finecobank, troviamo azioni delle assicurazioni Allianz e Axa, rispettivamente tedesca e francese, delle tedesche Basf e Sap, delle francesi Danone e Société générale, delle spagnole Telefonica e Banco Santander Centrale Hispanico e dell’olandese Koninklijke Philips. La Basf figura anche tra le partecipazioni azionarie del deputato di Scelta civica Giuseppe Quintarelli. Anche per lui la maggior parte degli investimenti si riversa in società estere, da Avon a Bayer, passando per McDonald’s, Microsoft e Total. A queste si aggiungono le azioni di Telecom, Fondiaria Sai, Banca popolare di Milano e Banco popolare. Di quest’ultimo possiede 3mila azioni anche il senatore del M5S Carlo Martelli, che dichiara poi 200 azioni Eni e 100 Enel.

GRILLINI VOLANTI C’è anche, infine, chi le azioni le ha ricevute in eredità, come il deputato democratico Maino Marchi, oppure in regalo, come la deputata del M5S Maria Edera Spadoni. Il primo, nella dichiarazione 2014, attesta di aver «ereditato titoli e gestione patrimoniale per valore pari a euro 74.576,88», mentre la seconda ci racconta che le sue 135 azioni di Easyjet Airlines le sono state date quando nel 2008 ha iniziato a lavorare per la compagnia aerea britannica a basso costo. «Sono dipendente Easyjet in aspettativa non retribuita per tutta la durata del mandato», spiega la Spadoni: «E proprio in qualità di dipendente, Easyjet nel 2008 mi ha regalato queste azioni, il corrispettivo di due settimane di paga, che continuo a mantenere».

 

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