Vogliono portare in tribunale il governo olandese con l’accusa non aver protetto i suoi cittadini dai cambiamenti climatici. Sono insegnati, imprenditori, artisti e bambini rappresentati dai genitori: 886 cittadini che hanno avviato la class action con cui accusano l’esecutivo di non aver messo in atto misure sufficienti a ridurre le emissioni di CO2.

Guidati dalla Fondazione Urgenda, gli attivisti chiedono ai giudici di obbligare il governo a ridurre le emissioni entro il 2020 tra il 25 e il 40% rispetto ai livelli del 1990, obiettivo che era stato posto dall’International Panel on Climate Change per cercare di evitare l’aumento di 2 gradi delle temperature globali. Si chiede poi al tribunale di dichiarare che un aumento delle temperature superiore ai 2 gradi potrebbe portare ad una violazione dei diritti umani fondamentali in tutto il mondo e di stabilire che il governo olandese, non contribuendo con la sua quota proporzionale alla prevenzione del riscaldamento globale, ha agito in maniera illegale.

Secondo la Fondazione Urgenda si tratta della prima volta in Europa che i cittadini chiedono di ritenere uno stato responsabile per la sua mancanza di azioni per ridurre le emissioni e della prima volta al mondo in cui i diritti umani vengono citati come base legale per proteggere i cittadini contro i cambiamenti climatici. L’obiettivo è quello di creare un precendete per i cittadini di tutto il mondo per fare pressione sui governi contro i cambiamenti climatici.

Tra i protagonisti della class action c’è Joos Ockels, moglie del defunto astronauta Wubbo Ockels, il primo cittadino olandese ad andare nello spazio, il Dj Gregor Salto e il climatologo statunitense della Nasa James Hansen. “Siamo tutti in attesa che il governo intervenga, ma il governo ha fatto così poco. Se il caso ha successo, saranno costretti ad agire”, ha riferito Dj Salto al Guardian.

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