Nessun segnale di ripresa: i prestiti bancari continuano a calare, a dispetto della liquidità a tassi bassissimi in arrivo dalla Banca centrale europea. Ad attestarlo sono i dati Abi sul mese di marzo, in base ai quali l’ammontare dei crediti alla clientela è diminuito dell’1,68% rispetto allo stesso mese del 2014, passando a un ammontare complessivo di 1.820 miliardi di euro dai 1.851 di un anno prima. A marzo 2013, per altro, il valore era di 1.910 miliardi. I prestiti a famiglie e imprese sono calati dello 0,94%, a quota 1.409 miliardi dai 1.431 di un anno prima. L’unico dato positivo è che la discesa è più lenta: quel -0,9%, seppure negativo, è il risultato migliore dal maggio 2012.

Per quanto riguarda i tassi di interesse, a marzo la media è risultata pari al 3,56%, il minimo storico, grazie all’avvio del piano di acquisto di titoli di Stato da parte della Bce. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,7% mentre il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato al 2,36% (il valore più basso da giugno 2010) dal 2,40% di febbraio 2015. A fine 2007 era al 5,48 per cento.

Le sofferenze lorde, cioè i prestiti difficili o impossibili da recuperare, a febbraio sono salite ancora a quasi 187,3 miliardi, dai 185,5 di gennaio. Il rapporto tra sofferenze lorde e impieghi è del 9,8% a febbraio contro l’8,5% di un anno prima, valore che raggiunge il 16,5% per i piccoli operatori economici e le imprese e il 7,1% per le famiglie consumatrici (contro il 6,4% a febbraio 2014). Le sofferenze nette registrano invece una diminuzione, passando da 81,3 miliardi di gennaio a 79,3 miliardi di febbraio.

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