Quod amor coniunxit non separet lex“, ovvero “La legge non separi quello che l’amore ha unito”. È il titolo della performance che l’artista Nicola Mette ha inscenato l’11 aprile sotto i grattacieli di Porta Nuova a Milano, con il patrocinio di Amnesty International Lombardia. Un corteo di spose e sposi per  porre l’attenzione sul mancato riconoscimento dei diritti dei cittadini, lesbiche, gay, bisessuali, transessuali o intersessuali. L’artista, indossando un abito bianco da sposa, si è unito in matrimonio simbolicamente con 14 persone di diversa etnia e sessualità, mescolando riferimenti all’unione sia civile che religiosa.

Non è la prima volta che l’aritista si dedica alla lotta per il riconoscimento dei diritti. Anche nel 2012 portò uomini vestiti da sposa e donne con abiti da cerimonia maschile in Vaticano. La sua azione, “Liberté-egalité-sexualité“, venne interrotta sia dalla Santa Sede che da piazza Montecitorio.

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