La prima rivista di fumetti ad arrivare in edicola e l’unica che continua a rimanerci, da cinquant’anni. Linus taglia il traguardo del suo primo mezzo secolo e lo fa con una copertina speciale firmata da Sergio Ponchione, che racchiude 118 degli innumerevoli personaggi che sono passati, insieme ai loro autori, dalle pagine del mensile milanese: da Braccio di Ferro a Piperita Patty, da Valentina a Corto Maltese e Dick Tracy, senza dimenticare Linus dei Peanuts di Charles Schulz, comparso sulla prima storica copertina che diede il nome alla fortunata pubblicazione. È solo una piccola parte di quello che Linus ha rappresentato per il mondo culturale italiano ed europeo, in una sfida continua che oggi è portata avanti da Stefania Rumor, al timone della rivista che da vent’anni è pubblicata da Baldini & Castoldi. “Linus è stato il primo giornale in Europa a sdoganare il fumetto dalla sua definizione di prodotto per bambini, elevandolo al livello di letteratura per adulti – spiega la direttrice a FQ Magazine– e portando i lettori a conoscere le strisce dell’epoca che arrivavano dall’America o dalla Francia, e poi a leggere la realtà e i cambiamenti della società attraverso la satira politica”.

“Mi piacerebbe sapere – scrive la Rumor nell’editoriale della rivista del cinquantesimo – quanti tra voi, lettori di oggi, sono gli stessi degli inizi”. È l’aprile del 1965 quando un gruppo di intellettuali milanesi guidati da Giovanni Gandini dà vita a una rivista “dedicata per intero ai fumetti”, come si legge nel primo numero che spalanca le porte a un mondo nuovo, offrendo al pubblico italiano la “letteratura grafica” di buona qualità, con opere scelte per i lettori da una compagine piena di curiosità ed entusiasmo di cui fanno parte, tra gli altri, Oreste del Buono, Vittorio Spinazzola, Umberto Eco, Elio Vittorini. In quei primi anni il centro di tutto è la libreria Milano Libri, divenuta poi casa editrice per tradurre i primi fumetti dei Peanuts, pubblicati su Linus insieme a L’il Abner, Pogo, Krazy Kat, Braccio di Ferro e molti altri. Negli anni Settanta, quando la rivista passerà alla Rizzoli, Del Buono diventerà il direttore, aggiungendo l’aspetto della politica e dell’attualità ai fumetti, e facendo diventare Linus la bandiera di una rivoluzione culturale sotto cui passeranno intellettuali, scrittori, giornalisti, fumettisti e illustratori di spicco. Altan, Filippo Scozzari, Guido Crepax, Andrea Pazienza, Piervittorio Tondelli, Stefano Benni, Massimo Fini e Georges Wolinski, ucciso lo scorso gennaio nell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, sono solo alcuni di quelli che finiscono sul mensile nel corso del tempo.

In questo mezzo secolo mai una chiusura, a differenza di tante riviste di genere che hanno aperto e serrato i battenti nel giro di pochi anni. Unico momento di debolezza è stato nel 2013, quando le pubblicazioni sono state sospese per due mesi. “Non sapevamo come fare, abbiamo rischiato di perdere i nostri lettori – ricorda Rumor – Abbiamo chiamato personalmente gli abbonati spiegando loro la situazione, sono stati molto comprensivi. Sono arrivate anche lettere di solidarietà, persone che ci chiedevano di andare avanti. È stato allora che ho capito che tutto quello che facevo, forse un senso lo aveva”. E la rivista è tornata, con il primato di essere l’unica sopravvissuta in edicola tra quelle che parlano di fumetto e anche di rimanere sempre fedele alla carta e alla sua identità di giornale da sfogliare, nonostante negli ultimi tempi sia presente anche online e disponibile in versione digitale. Ciò non significa però che i lettori siano rimasti solo quelli di un tempo, anzi: “Molti hanno imparato a leggere Linus dai loro genitori – continua Rumor – Il nostro pubblico è giovane, le edicole in cui vendiamo di più sono quelle vicine alle università”.

Per questo la sfida dei cinquant’anni di Linus è soprattutto continuare a pensare ai lettori, oltre che ricordare e celebrare il passato. In programma ad aprile ci sono l’apertura di una mostra al Museo del Fumetto di Milano e l’intitolazione del parco adiacente a Oreste del Buono, un workshop all’Università Cattolica, e ancora presentazioni e incontri nelle principali fiere del fumetto. Poi due libri in uscita, uno della Baldini & Castoldi con la raccolta delle copertine dal 1965 a oggi (“Cinquant’anni di Linus – Tutte le copertine”), e uno scritto da Paolo Interdonato per Rizzoli Lizard che ripercorre le origini della rivista (“Linus. Storia di una rivoluzione nata per gioco”). E ovviamente, il numero del cinquantesimo, che contiene crossover firmati da fumettisti italiani contemporanei come Tuono Pettinato, che per l’occasione fanno incontrare e scontrare personaggi storici del calibro di Corto Maltese e Snoopy. “Il fumetto in questi anni è cambiato molto ed è diventato a tutti gli effetti una forma di letteratura alta, una delle più praticate e che meglio rappresentano la realtà – spiega Rumor – C’è anche una marea di roba fruibile da chiunque e in questo mare magnum è sempre più difficile trovare materiale buono da pubblicare che ancora non è circolato. Il nostro lavoro prosegue soprattutto in questa ricerca”.

La ricetta rimane quella di mescolare il passato e il presente con i fumetti, ma anche seguire nuove tendenze della cultura come i videogiochi, cercando di continuare a essere per i lettori uno spazio di riflessione e confronto. “Cerchiamo di raccogliere i rivoli che si formano a lato delle notizie e di offrire storie interessanti che possano dare una lettura diversa della realtà, uno sguardo laterale attraverso cui penetrare nelle cose – conclude la direttrice – Il nostro obiettivo è prima di tutto continuare a fare un buon giornale, che possa lasciare ai lettori la mente aperta”.

 

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