Gli effetti della Spending Review si scaricano persino sul Giro d‘Italia. Fatti e rifatti i conti, la Liguria, che accoglierà le prime quattro tappe e mezza della Corsa Rosa, si è accorta di non avere i soldi per risistemare a dovere il fondo stradale dove transiteranno le biciclette dei corridori. Buche, rotture e crepe punteggiano i percorsi, da ponente a levante, in particolare lungo i tornanti accidentati dell’entroterra collinare, tormentato lo scorso inverno da frane e smottamenti. La Provincia, depotenziato dalla riforma renziana, non aveva i fondi per finanziare – come avveniva fino al recente passato – la manutenzione stradale ordinaria. Si è deciso quindi di asfaltare a dovere soltanto le discese e i punti più pericolosi per la sicurezza dei corridori. Se salteranno fuori altri soldi, e se il tempo a disposizione sarà sufficiente, si interverrà anche sulle salite e ovunque si manifestassero problemi al fondo stradale.

Spiega a ilfattoquotidiano.it l’assessore regionale allo sport, Matteo Rossi: “Come Regione abbiamo stanziato mezzo milione di euro supplementare dei quali 255mila andranno alla Città Metropolitana. Sappiamo che non basteranno perché l’ex provincia non può cofinanziare granché. Basterebbero altri 100mila euro ma per adesso non si trovano”. I tratti più critici riguardano la terza delle quattro tappe liguri, ossia la Rapallo-Sestri Levante. Anche la Albenga-Genova presenta alcune criticità sulla strada provinciale 13 verso Andora e fra Stellanello e caso e anche nella zona di Cogoleto. “Situazioni in via di risoluzione con una spesa di 70-80mila euro”, precisa Rossi. Decisivo sarà il parere degli organizzatori della corsa che hanno già iniziato i sopralluoghi. Il Giro d’Italia prenderà avvio proprio in Liguria (mai accaduto prima) il 9 maggio con la cronosquadre sulla pista di Area 24, dopo la presentazione delle squadre il giorno 8 al Casinò di Sanremo. Quindi si correranno la Albenga-Genova, la Rapallo-Sestri Levante la Chiavari-La Spezia e la La Spezia-Abetone.

Gianni Vassallo, consigliere della città Metropolitana di Genova, ha fatto presto e bene i suoi conti: “Nel 2005 la provincia di Genova aveva a disposizione, per la manutenzione, 28mila euro a chilometro per 1.035 chilometri di strade. Oggi ne abbiamo appena 3mila, quasi dieci volte meno. In queste condizioni non possiamo fare altro che asfaltare le discese. La sicurezza dei corridori sarà garantita”. Vassallo stima in undici milioni di euro la cifra necessaria per assicurare una manutenzione decorosa delle strade. Un miraggio.

Questo intoppo delle strade sbalestrate non è precisamente il miglior biglietto da visita per un impegno costato alle casse della Regione 1 milione 580mila euro, più l’Iva che però sarà recuperata attraverso Liguria International. L’investimento sale a 2 milioni e 800mila euro conteggiando i contributi versati dai comuni attraversati dalla corsa (Genova, La Spezia e Albenga, 250mila ciascuno), da Area 24 8 (300.mila euro) e dai Comuni del Golfo del Tigullio (300mila). L’ imponente operazione di marketing dovrebbe ripulire l’immagine di Genova e della Liguria intera, sporcate dalle drammatiche alluvioni del 2011 e 2013. E rilanciare la lunga striscia di terra che va da Ventimiglia a Sarzana come paradiso per le vacanze marine e montane, poiché l’entroterra è altrettanto ricco di risorse turistiche delle costa. “L’unica cosa che non siamo in grado di controllare sarà l’aspetto meteorologico”, commenta l’assessore Rossi. “La carovana del Giro rimarrà in Liguria per diversi giorni. Circa 1.500 persone si sposteranno seguendo la corsa, pernotteranno negli hotel e pranzeranno nei nostri ristoranti. La ricaduta immediata sul settore turistico sarà notevole. Contiamo poi che anche l’immagine della nostra terra venga riproposta attraverso le sue bellezze naturali ed artistiche, ai 171 paesi che hanno acquistato i diritti televisivi del Giro d’Italia. E che questo in prospettiva generi altri flussi turistici importanti”. Tutto bello e tutto giusto. Ma le strade dissestate, come saranno giustificate agli occhi del mondo?

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