Andreas Lubitz, il copilota del volo Germanwings Barcellona-Dusseldorf che ha fatto schiantare un Airbus320 uccidendo 149 persone, potrebbe aver corretto il caffè del capitano Patrick Sondenheimer con un diuretico. L’ultima ipotesi sul disastro aereo avvenuto sulle Alpi francesi viene pubblicata dal Mirror. Secondo il quotidiano britannico, il copilota, 27 anni, curato per tendenze suicide, aveva cercato online informazioni sui farmaci diuretici prima del suo omicidio-suicidio. Come del resto aveva fatto per trovare informazioni su tecniche di suicidio. Il suo computer, sequestrato dalla Procura di Dusseldorf, viene da giorni analizzato dagli investigatori. L’ipotesi è che Lubitz possa aver acquisito il farmaco e lo abbia versato in una bevanda destinata al capitano costringendolo di fatto ad andare in bagno durante un volo decisamente breve come quello tra la città spagnola e quella tedesca. La procura di Dusseldorf però non conferma questa indiscrezione pubblicata anche da L’Express.

A due settimane dal disastro dell’aereo Germanwings, i media tedeschi continuano a dibattere sulle responsabilità. Se l’Autorità tedesca per la sicurezza aerea ha affermato al settimanale Welt am Sonntag di non essere venuta a conoscenza dei precedenti di depressione di Lubitz, Lufthansa, come scrive Bild, ribadisce di non essere venuta meno ad alcuna normativa, dal momento che l’obbligo di riferire al LBA è stato istituito solo nel 2013. Lubitz informò dunque, come già emerso giorni fa, la sua compagnia di aver sofferto di una depressione, e ottenne una licenza con riserva (“Sic”) in base alla quale avrebbe dovuto sottoporsi più spesso a controlli, rispetto ad altri piloti. Se ai controlli estivi, del 2013 e del 2014, Lubitz fosse risultato depresso, o a rischio, Lufthansa sarebbe stata tenuta a comunicarlo immediatamente all’ufficio oggi competente in ultima istanza, LBA. Lo stesso istituto federale che ha rivelato, la settimana scorsa, che l’idoneità del copilota fosse stata rilasciata da Aeromedical center di Lufthansa, sia nel 2009, sia nel 2014.

Nei giorni scorsi era emersa anche la notizia, pubblicata dal Wall Street Journal, che l’Ue sapeva che la Germania controllava in maniera insufficiente i suoi aerei civili e nutriva timori sul loro grado di sicurezza. L’agenzia per la sicurezza aerea (Easa) aveva espresso infatti già anni fa preoccupazioni sulla debolezza dei test – anche medici – da parte delle autorità tedesche sui vettori nazionali e lo scorso novembre aveva formalmente chiesto a Berlino di porvi rimedio. Intanto, le autorità francesi hanno interrotto le ricerche dei corpi delle vittime del volo Germanwings. L’identificazione delle vittime continuerà attraverso l’analisi del Dna prelevati dai corpi.

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