Che fine ha fatto Fausto Bertinotti? L’ex lìder maximo della sinistra al cachemire è ormai fuori dai giochi politici da tempo: colpa del flop clamoroso della Sinistra arcobaleno nel 2008, dopo due anni passati sullo scranno più alto di Montecitorio che non avevano dato i frutti sperati. Solo qualche mese fa, il subcomandante Fausto aveva avuto un flebile ritorno di fiamma mediatica grazie all’exploit di Tsipras in Grecia. E dalle nostre parti, si sa, gente adatta a commentare i trionfi della sinistra all’estero non ce n’è poi tanta. Il Nostro, però, si era rituffato per qualche giorno nei talk show per spiegarci cosa non va dalle nostre parti e perché all’estero a sinistra si riesce ancora a vincere. Ci sarebbe da disquisire sul fatto che forse lui non è la persona più indicata a dar lezioni sul tema, ma tant’è.

Fatto sta che ormai per avere notizie fresche sulle vicende di Bertinotti tocca andare in tv. Non a Chi l’ha visto?, anche se il primo pensiero è stato quello, ma addirittura su Iris, canale Mediaset in chiaro dedicato al cinema. Sì, perché dal 19 al 24 aprile, in prima e seconda serata, Fausto Bertinotti sarà uno degli autorevoli commentatori che introdurranno il ciclo di film “Storie di libertà”, che ripercorrerà la Resistenza dal nazifascismo a settant’anni dalla Liberazione. Una bella rassegna cinematografica, in realtà, con titoli come “Il mandolino del Capitano Corelli”, “Il Generale della Rovere”, “Il delitto Matteotti”, “I piccoli maestri” e tanti altri, che avrà il merito di coniugare ricostruzione storica e settima arte, su un canale che ha un certo successo, visto che in prima serata viaggia stabilmente attorno al 2% di share (e sappiamo che non è poco, dal tasto 8 in poi del nostro telecomando).

Bertinotti, dicevamo, non sarà solo. A commentare e introdurre le pellicole ci saranno altri nomi noti, a cominciare da un’altra desaparecida illustre della politica nostrana: Letizia Moratti. Già ministro dell’Istruzione, la Moratti da sindaco di Milano era stata al centro di più di una polemica legata alle celebrazioni della Liberazione. In realtà le polemiche erano cominciate prima del suo arrivo a Palazzo Marino. Nel 2006, da ministro dell’Istruzione e candidato del centrodestra alla poltrona di primo cittadino, era andata alla manifestazione del 25 aprile accompagnata dall’anziano padre, deportato a Dachau nel 1943. L’accoglienza era stata terribile, con fischi e contestazioni che l’avevano costretta a tornare a casa dopo poco. E l’anno dopo, nonostante la fascia tricolore, non era andata meglio. Il sindaco Moratti aveva preso la parola dal palco, subito subissata di fischi. Dopo di lei, ironia della sorte, aveva parlato proprio Fausto Bertinotti, che aveva stigmatizzato pubblicamente le contestazioni.  Sembrano passati mille anni, e i due sono stati dimenticati dalla politica che conta. Ora, però, si ritroveranno in tv nello stesso progetto, e sempre nel nome della Resistenza e della lotta di liberazione dal nazifascismo.

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