Altri due arresti da parte del Ros nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti per le Grandi Opere: ai domiciliari sono finiti due imprenditori, Salvatore Adorisio e Angelantonio Pica, accusati di corruzione in concorso con l’ex top manager delle Infrastrutture Ercole Incalza, il suo collaboratore Sandro Pacella e l’imprenditore Stefano Perotti, arrestati il 16 marzo. Arresti domiciliari erano stati decisi dal gip anche per il presidente di Centostazioni spa (Gruppo Fs) Francesco Cavallo e Sandro Pacella, collaboratore di Incalza.

Adorisio e Pica ricoprono gli incarichi, rispettivamente, di presidente del Cda e di amministratore delegato della ‘Green field System srl‘, società ritenuta costituita, secondo l’accusa, per “mediare i rapporti di natura corruttiva fra Pertotti, Incalza e Pacella, con l’erogazione di somme di denaro per questi ultimi due”. A Perotti sarebbe stato invece garantito, quale contropartita, l’affidamento di incarichi di direzione lavori per numerose grandi opere infrastrutturali rientranti nella competenza della Unità Tecnica di Missione Grandi Opere del Ministero delle Infrastrutture, di cui Incalza era a capo.

Nel mirino dell’inchiesta “Sistema”, che ha portato alle dimissioni del ministro Maurizio Lupi, la gestione illecita degli appalti delle cosiddette Grandi opere. Tra i lavori coinvolti, le principali nuove tratte ferroviarie italiane, in particolare l’Alta velocità, il Palazzo Italia di Expo, l’autostrada Orte-Mestre. Secondo l’accusa le società consortili aggiudicatarie degli appalti relativi alle “Grandi opere” erano “indotte da Incalza a conferire a Perotti, o a professionisti e società a lui riconducibili, incarichi di progettazione e direzione di lavori garantendo di fatto il superamento degli ostacoli burocratico-amministrativi”. Perotti, “quale contropartita, avrebbe assicurato l’affidamento di incarichi di consulenza e/o tecnici a soggetti indicati dallo stesso Incalza, destinatario anch’egli di incarichi lautamente retribuiti”. Incarichi che erano conferiti dalla Green Field System srl, società affidataria di direzioni lavori. A Francesco Cavallo, il numero uno di Centostazioni, “veniva riconosciuto da parte di Perotti, tramite società a lui riferibili, una retribuzione mensile di circa 7.000 euro, come compenso per la sua illecita mediazione”.

Al centro del sistema, la Green Field di Perotti, dove, aveva spiegato il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo, Incalza aveva “un coinvolgimento diretto”. Dalle carte emergeva che Incalza, “nel periodo 1999-2008 ha percepito compensi dalla Green Field Systems srl per complessivi 697.843,50 euro“, costituendo per il manager ministeriale “la principale fonte di reddito negli anni dal 1999 al 2012″. È lo stesso gip a sottolineare che Incalza “ha guadagnato più dalla Green Field che dallo stesso ministero delle Infrastrutture”. Dal 2001 al 2008 il suo collaboratore Pacella ha intascato “450.147 euro”.

Aggiornamento del 15/12/2021
In data 23 settembre 2016, il gip presso il Tribunale di Firenze ha disposto l’archiviazione del procedimento nei confronti di Stefano Perotti, Corinne Perotti, Philippe Perotti, Christine Mor ed altri.

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