“L’Iran finora non offre impegni tangibili. Siamo pronti ad andarcene senza accordo”. Josh Earnest, portavoce del presidente degli Stati Uniti, ha riassunto così i risultati (scarsi) della riunione plenaria dei ministri degli Esteri dei Paesi del gruppo 5+1 in corso in Svizzera, a Losanna, che ha l’obiettivo di raggiungere l’accordo preliminare sul programma nucleare di Teheran. La Casa Bianca si esprime positivamente però su “presunti progressi ottenuti nella trattativa”, sottolineando che “finché i negoziati con l’Iran produrranno risultati, gli Stati Uniti non porranno fine alle trattative in maniera brusca e arbitraria”. L’annuncio giunge all’indomani della volontà espressa dagli Usa di portare avanti la trattativa anche oltre la deadline della mezzanotte del 31 marzo. Il ministro degli Esteri tedesco Franz Walter Steinmeier ha invece espresso parole positive sull’incontro in corso: “I negoziati proseguiranno almeno un’altra notte, con nuove proposte introdotte questa sera. Vedremo domattina come evolve la situazione”.

Teheran ha iniziato il suo programma nucleare prima della rivoluzione del 1979. Negli anni Novanta il governo israeliano ha allarmato gli altri paesi sui pericoli legati alle attività iraniane e nel 2002 George W. Bush ha inserito l’Iran nei paesi “dell’asse del male”. La Russia ha successivamente aiutato il Paese a costruire una centrale nucleare, smuovendo l’Onu che, nel 2003, ha chiesto all’Iran dimostrazioni sulla mancata costruzione di armi nucleari. Teheran ha sospeso l’attività di arricchimento dell’uranio, riprendendola due anni dopo sotto garanzia di non perseguire scopi militari. Al programma nucleare sono stati posti dei vincoli che Teheran non ha rispettato, ricevendo sanzioni dalle Nazioni Unite. L’elezione di Barack Obama ai vertici degli Stati Uniti ha aperto i negoziati con l’Iran, sfociati nel 2013 – a Ginevra – in un accordo storico: Teheran si è impegnata a fermare l’arricchimento dell’uranio al 20% e a disfarsi degli stock già arricchiti. In cambio avrebbe ottenuto l’annullamento delle sanzioni internazionali e lo scongelamento dei fondi iraniani nei conti bancari internazionali.

Losanna riunisce i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu – Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia -, Germania e Iran.
L’obiettivo dell’accordo – qualora venisse stipulato – è di ridurre i macchinari a disposizione dell’Iran per arricchire l’uranio, in modo tale da non permettere la costruzione di un’arma nucleare. La riunione plenaria vorrebbe imporre all’Iran di trasferire l’uranio già arricchito in Russia e trasformarlo in combustibile, nonché monitorare in tempo reale ogni impianto del Paese. La durata dell’accordo potrebbe protrarsi per 10 anni – per volontà dell’Iran – ma i paesi europei puntano su 15 o 20 anni.

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