Anche il Vaticano, che, fra l’altro notoriamente è dotato del requisito della extraterritorialità e quindi è sottratto alla giurisdizione italiana (figuriamoci a quella di una Pubblica amministrazione) è finito nel mirino degli ordini di rimozione di contenuti su Internet in base all’“utilissimo” regolamento Agcom sul diritto d’autore.

Agcom infatti ha ordinato con solerzia la rimozione di un articolo dedicato alla visita del Pontefice al Parlamento Europeo lo scorso novembre. Il motivo? Sempre lo stesso, la presenza di contenuti protetti dal diritto d’autore: nella fattispecie una foto del Palazzo del Parlamento Europeo. Qui è possibile vedere il link con l’articolo cancellato.

Vaticano-Agcom

In un “ crescendo rossiniano” che ha del beffardo, l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, mossa dalla volontà di dimostrare che questo sistema perverso funziona, sta ordinando la rimozione di decine e decine di articoli su Internet, gestendo poi i “magnifici risultati” ottenuti, attraverso una propaganda ad uso e consumo delle agenzie di stampa. Sempre naturalmente senza alcun controllo da parte della magistratura e senza rivolgersi alle Autorità che dovrebbero gestire casi di questo tipo.

Torneremo in articoli ad hoc sulla “giustizia privata” dell’Agcom, e sulle meraviglie che questo sistema sommario sta determinando.

Oggi vorrei soffermarmi però sul contenuto di questo ennesimo provvedimento che nulla ha a che fare con la repressione della pirateria, a meno di voler considerare il sito del Vaticano un sito pirata. Perché è questo quello che Agcom sta affermando, di agire contro i siti pirata.

Nel provvedimento che stiamo commentando i funzionari Agcom annotano che, “dalle verifiche condotte sul sito oggetto di istanza, di proprietà del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che ne risulta essere verosimilmente il gestore, e i cui servizi di hosting risultano forniti verosimilmente dalla società Amazon.com, Inc., Us,”. In effetti le indagini di Agcom ci permettono di appurare che il sito del Vaticano appartiene al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, mentre la Santa Sede (si presume si parli di questa ma non non si ha nessuna prova che sia stata proprio lei a cancellare) deve cancellare l’articolo contenente le informazioni sulla visita di papa Francesco a Strasburgo in virtù della presenza di contenuti, all’interno dell’articolo, protetti dal diritto d’autore.

Insomma pare proprio che il sito del Vaticano appartenga al Vaticano, una scoperta effettuata da Agcom che ha del “sensazionale” e che espone a tutto il mondo questa perla delle amministrazioni italiane mostrando altresì alla Comunità mondiale di fedeli il fatto che un articolo su uno dei Papi più amati della Storia, nel corso di una visita storica, non è più raggiungibile in rete. Gli articoli in inglese della Santa Sede raggiungono milioni di fedeli in tutto il mondo contribuendo all’affermazione della figura del Pontefice. Eppure c’è in Italia una piccola amministrazione che decide, in base al diritto d’autore, quali articoli di stampa, di risonanza mondiale, possano permanere in Rete.

Ancora informazioni giornalistiche cancellate dalla Rete in base ad un sistema goffo e ineffice, che sembra funzionare solo grazie a stratagemmi e a soluzioni estemporanee, i cui effetti perversi sveleremo compiutamente, sempre su queste colonne, nel corso delle prossime settimane.

Riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione di Agcom in data 8 aprile 2015

Gentile direttore, con riferimento all’articolo pubblicato sul vostro sito in data 1 aprile a firma Fulvio Sarzana dal titolo “Agcom vs sito del Vaticano: rimosso l’articolo sul Papa a Strasburgo. Tutta colpa di una foto”, desidero precisare che in base all’istanza n. DDA/226 ricevuta, relativa alla presenza di un’opera fotografica in presunta violazione della legge n. 633/41, e verificata la sua ammissibilità, l’Agcom non ha potuto far altro che inviare la comunicazione di avvio del procedimento al gestore del sito internet news.va.

Tale comunicazione, contrariamente a quanto riportato nell’articolo – “Agcom infatti ha ordinalo con solerzia la rimozione di un articolo dedicato alla visita del Pontefice al Parlamento Europeo lo scorso novembre “- non contiene alcun ordine di rimozione di un articolo, ma, come previsto dall’art. 7 del Regolamento, del solo contenuto segnalato. Nel caso di specie si trattava solo dell’opera fotografica di titolarità del soggetto istante. Successivamente, constatato l’avvenuto adeguamento spontaneo tramite la rimozione della sola opera fotografica, gli uffici dell’Agcom hanno provveduto all’archiviazione del procedimento, peraltro disponibile integralmente – come tutti i provvedimenti sul diritto d’autore – sul nostro sito web.

Pertanto, contrariamente a quanto riportato nell’articolo, si evince inequivocabilmente che: a) l’Autorità non ha ordinato alcuna rimozione di opere fotografiche né tantomeno di articoli; b) il gestore del sito ha rimosso solo l’opera fotografica indicata nella comunicazione dell’Autorità e non l’intero articolo; c) l’articolo in questione non è mai stato rimosso e, benché relativo ad una notizia ormai datata, è ancora on-line all’indirizzo http://www.news.va/en/news/pope-francis-in-strasbourg-a-visit-with-a-european, il cui link presenta con una leggera modifica (un segno -) rispetto all’indirizzo segnalato.
Francesco Sclafani

Risposta di Fulvio Sarzana

1)  L’Agcom invia una richiesta di adempimento spontaneo che costituisce un ordine di rimozione e per giunta a soggetti diversi da quelli che dovrebbero rimuovere i contenuti, ovvero gli hosting  o gli access providers. L’ordine di “adeguamento” non può essere diretto ad altri che ai providers italiani, dal momento che Agcom non ha giurisdizione su nessun altro soggetto che non sia italiano. Chiedere un adeguamento spontaneo ad un soggetto in poche ore con la prospettiva di una sanzione sino a 250mila euro equivale ad ordinarglielo.

2) Sulla base di questo equivoco e prima di qualsiasi accertamento Amazon (nel caso del Vaticano) o chi per lui potrebbe cancellare l’accesso ai contenuti presenti sul sito della Santa Sede, in base all’art 7 del Regolamento citato nella lettera di precisazione, nonostante Agcom non abbia alcun titolo per domandare questa rimozione ad un soggetto estero, che non risponde evidentemente alle norme italiane.

3) Non è specificato nel provvedimento chi abbia rimosso (o semplicemente spostato) il file.

4) L’Autorità scrive “RILEVATO che, dai riscontri effettuati dalla Direzione contenuti audiovisivi, le opere di carattere fotografico oggetto di istanza risultano essere state rimosse;”: vorrà cortesemente l’Agcom specificare da chi è stato rimosso questo file indicando la lettera della Santa Sede, altrimenti  potremmo presumere che i provider, ovvero i terzi a cui è diretto l’ordine, stiano cancellando (o spostando) link di terzi; vorrà inoltre mostrare la foto che sarebbe stata rimossa e spiegare come sia possibile che la foto di un Palazzo delle Istituzioni comunitarie, in costanza di una attività giornalistica, nel corso di una visita storica, costituisca titolo per la richiesta di rimozione di (e si ripete ancora) un link, dal momento che l’Autorità indica un link specifico.

5) Il link indicato dal provvedimento dell’Autorità oggetto della DETERMINA N. 07/15/DDA che è presente nell’articolo è questo http://www.news.va/en/news/pope-francis-instrasbourg-a-visit-with-a-european, questa è l’indicazione che è stata effettuata dall’Agcom ed a questo link , come è agevole vedere, non c’è nulla. Se il funzionario ha sbagliato l’indicazione del link nel provvedimento dobbiamo concludere che non siano fatte ricerche accurate su ciò che si va a chiedere di rimuovere oppure che non si controlli poi l’adempimento di colui che dice di aver rimosso, con il rischio oltretutto che si dispongano rimozioni di contenuti che nulla hanno a che vedere con una possibile violazione. Questo dimostra ancora una volta i margini di errore del provvedimento dell’Agcom e l’imprecisione di uno strumento di questo tipo.

6) Quanto alla presenza di articoli di testate o di blog oggetto di rimozione in provvedimenti dell’Autorità in base al diritto d’autore, saranno oggetto di post che mi accingo a pubblicare, basta solo che l’Acom abbia la pazienza di attendere.

Articolo Precedente

Diritto d’autore online: un anno di Regolamento Agcom. Numeri, tempi e costi della ‘giustizia parallela’

next
Articolo Successivo

Servizio Pubblico Più, “Casa Salvini”. Riguarda tutti i video dello speciale

next