“Ho sempre avuto la passione di fare le cose per gli altri. Per me cucinare è un atto d’amore”. Amore da trasmettere alla materia prima, che poi arriva nel piatto. Un passaggio evolutivo dalle mani sapienti del cuoco, che modella gli ingredienti e li trasforma in piatti da sogno, o sogni nel piatto. Claudio Sadler, occhi vispi e sguardo vivo dietro agli occhialetti tondi, è il mago in questione. Sono le 15 quando varchiamo la porta di Chic’n Quick, il ristorante pensato dallo chef per la pausa pranzo di tutti i giorni. E’ proprio Sadler ad accoglierci: “Mangio una cosa al volo e ci trasferiamo di là”. “Di là”, ossia nel ristorante stellato, quello che attira clienti gourmet da ogni dove. Sono uno al fianco dell’altro: trattoria moderna e ristorante stellato, sullo stesso marciapiede, entrambi in via Ascanio Sforza. Pochi passi di distanza, ma un cambiamento totale per quanto riguarda l’atmosfera. Chic’n Quick è colori accesi, luce forte, movimento quotidiano, il ristorante Sadler è tinte scure, luci soffuse e suoni sussurrati, come segreti. Quotidianità curiosa e briosa da una parte, ricerca interiore e pace dei sensi dall’altra.

Arriviamo nel locale stellato passando dalle cucine. L’attività è già pienamente avviata. Ecco davanti agli occhi una brigata sorridente, in sinergica armonia. Claudio ci mostra il lavoro dei ragazzi e spiega: “Stanno già preparando il necessario per la cena”. Quella del cuoco è una vita cadenzata da ritmi ben precisi, da turni che non si esauriscono mai. Sadler ci spiega che se decidi di fare questa professione i tuoi orari sono totalmente diversi da quelli degli altri e decidi quindi di dedicarti totalmente al piacere della tavola dei tuoi ospiti. “Cucinare per i tuoi cari è un atto estremo d’amore – confessa lo chef e continua- ma è amore anche quando lo fai per i clienti. Per me il loro benessere è fondamentale”. Con la cucina si può far star bene una persona, la si può coccolare, ma spesso, ed è lo stesso Claudio a dirlo, gli chef si prendono un po’ troppo sul serio: “ Il nostro non è un lavoro che salva le vite. I colleghi-star devono ricordare che la nostra professione è interessante, divertente, ma non cambia certo le sorti della gente”.

Quella dello chef milanese è una cucina creativa e accurata, che si basa sulla tradizione in continua evoluzione. Sadler è stato uno dei fondatori dell’Associazione “Jeunes Restaurateurs d’Europe” e dal 2012 è presidente della prestigiosa “Le Soste”, che riunisce tutti i più grandi ristoratori della cucina d’autore. Nonostante sia un milanese doc, lo chef apre il suo primo locale a Pavia nel 1982, ma solo quattro anni dopo si trasferisce a Milano e inaugura l’ “Osteria di Porta Cicca” di Ripa di Porta Ticinese, dove, nel 1991 verrà insignito della sua prima stella Michelin. Nel 1995 il locale si sposterà in via Troilo, sempre nella zona dei navigli milanesi, dove rimarrà per undici anni e dove acquisirà la seconda stella. La stessa cultura italiana è stata portata dallo chef in terra giapponese, a Tokyo, dove è stato aperto un ristorante che porta l’insegna Sadler, mentre nel 2008, lo chef approda a Pechino ed in piazza Tien’anmen apre il suo locale.

Dopo viaggi in terre che molto gli hanno insegnato e anni di brillante carriera sui Navigli milanesi, Sadler decide di trasferirsi in via Ascanio Sforza 77, la sede attuale di Chic’n Quick e del suo ristorando due stelle Michelin. Le stelle, croce e delizia dell’alta cucina. Il riconoscimento francese è senza dubbio un traguardo importante perché “ti mette in condizione di essere tra i ristoranti più scelti da una determinata tipologia di clientela- commenta Sadler- ma non bisogna dimenticare che avere una stella è molto impegnativo, nonostante sia sicuramente molto gratificante”.

Quella di Sadler è una passione antica, che ha a che fare con la sua anima: “Non c’è nulla da fare: quando sto in cucina mi rilasso. Io amo cucinare, non fare il ristoratore, avere a che fare con conti e budget”. Ma a quella della cucina, Claudio Sadler abbina un’altra passione: insegnare. “Organizzo corsi di cucina nei quali cerco di trasmettere quello che so. Un aspetto molto importante per me è mettere a proprio agio le persone e far sì che si divertano cucinando. Propongo un tot di ricette e cerco sempre di suggerire espedienti che possano aiutare a migliorare le preparazioni fatte a casa”. Un pensiero alla cucina, una ai suoi alunni e uno ai colleghi star, ma cosa pensa Claudio Sadler dell’imminente inaugurazione di Expo? “Vuoi sapere cosa penso di Expo? Beh sarò contento di dire che tutto è andato bene quando ci arriveremo” (ride ndr). E continua: “Sono convinto però che alla fine le cose andranno per il meglio. Expo sarà un grande momento. Ne trarremo beneficio tutti e in particolare credo che noi chef avremo un grande ritorno di immagine e di lavoro”.

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