Le razze non esistono, i razzisti invece purtroppo sì. La Santanché si è chiesta pubblicamente quali fossero le origini del pilota suicida di Germanwings che ha provocato la morte sua e delle 150 persone che erano a bordo. Pare che fosse un tedesco da varie generazioni. Ma se fosse stato marocchino, rom, cinese, calabrese o dello Zimbabwe cosa sarebbe cambiato? Nulla, ma l’avvoltoio Santanché e altri come lei avrebbero avuto modo di lanciare l’ennesima campagna razzista, volta a stabilire che i mali del mondo derivano dall’esistenza di determinate persone, con proprie caratteristiche culturali ed etniche.

Le classi invece esistono, ma la lotta di classe purtroppo no. O meglio viene combattuta solo dalla parte dei ricchi. Quindi più che una lotta è un massacro. A dimostrarlo, i dati sulla distribuzione della ricchezza nel mondo. E quelli sulla disoccupazione in Europa. Quello che vi vuole è un reddito di cittadinanza, come chiedono proposte di legge varie, su cui torneremo, fra gli altri del M5S e di Sel, ma Poletti dice che non ci sono soldi. Certo, piuttosto che darli ai disoccupati meglio tenerli in tasca ai ricchi, alle banche o spenderli per strumenti di morte inaffidabili fra l’altro come gli F-35 o in grande opere per far gioire gli Incalza e i loro sponsor imprenditoriali e politici.

Con tanti soldi in giro, ma in mano a pochi, perché stupirsi della corruzione? Il problema è solo secondariamente di pene più o meno drastiche, che pure servono. Ci vuole una nuova etica pubblica, basata su egualitarismo e bene comune. E un controllo dal basso sulle scelte effettuate, per dire no a scelte come la Tav che beneficiano solo settori ristretti. Il terrorismo è un problema, ma è illusorio combatterlo riducendo le libertà di tutti. Esso al contrario attecchisce maggiormente laddove la società è divisa, debole e scarsamente motivata. La vera risposta vincente al terrorismo è la cittadinanzaKobane insegna.

Queste ed altre questioni rimangono aperte e richiedono una risposta chiara. Quella che ricevono dal governo Renzi va in direzione opposta a quanto qui auspicato e i risultati si vedono. La sinistra che avrebbe dovuto propagandare questi e altri temi e farli sostanza del proprio messaggio in Italia ha fallito. Per problemi di corruzione soggettiva e perché ha ceduto alle logiche fallimentari del neoliberismo, secondo le quali il ‘mercato’, e cioè i poteri economici liberi e scatenati, fanno, se lasciati a se stessi, il bene della società. Nulla di più falso, ovviamente.

Tradimenti e inadeguatezze della sinistra italiana ne hanno determinato la fine. La scelta di Landini ed altri di andare in piazza domani per costruire una coalizione sociale va nella giusta direzione. Problematiche di più ampio respiro vanno collegate ad altre più concrete e che necessitano una soluzione urgente in un’ottica di solidarietà immediata. I residui di vecchie stagioni oramai tramontate vanno spazzati via. Che ce ne facciamo dei contorsionismi tragicomici di quello che resta della sinistra Pd? Ma non si tratta solo di loro. Tutti i frammenti organizzati residuali vanno annullati e riciclati, a parità di condizioni assoluta con chiunque altro, in un nuovo tessuto comune sul quale nessuno deve poter vantare vantaggi o privilegi.

Chiamiamola sinistra, chiamiamola coalizione sociale, chiamiamola democrazia di massa. Chiamiamola come ci pare, ne abbiamo bisogno più dell’aria da respirare. Diamo voce alla maggioranza silenziosa e frustrata degli sfruttati, degli oppressi e di tutti coloro che sono scontenti del triste andazzo attuale. Cambiamo il senso di marcia della storia. Anche in Italia Podemos!

C'era una volta la Sinistra

di Antonio Padellaro e Silvia Truzzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Coalizione sociale, perché con Landini non Podemos

next
Articolo Successivo

Mattarella a Milano per il 25 aprile. Ma non per l’inaugurazione di Expo

next