La pillola dei cinque giorni dopo potrà essere richiesta senza ricetta medica, tranne che dalle minorenni. Non sarà nemmeno necessario il test di gravidanza. È quanto è stato deciso dalla commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco, in parziale disaccordo con il Consiglio superiore di sanità e con l’Agenzia europea. L’indicazione dell’Ema infatti era quella di rendere disponibili a tutte le donne la somministrazione senza condizioni, mentre l’organo italiano chiedeva che ci fosse sempre la richiesta di prescrizione e test. Alla fine l’Aifa ha scelto una via di mezzo: “Per tutelare le più giovani”, ha detto Luca Pani direttore dell’Aifa, “e visto che in Italia esiste la possibilità di prescrivere la pillola in ogni momento in ospedali e consultori”.

L’Agenzia europea dei farmaci (Ema) nel novembre scorso si era pronunciata a favore della possibilità di rendere disponibile in tutta Europa il contraccettivo di emergenza senza obbligo di ricetta. “Rimuovere il bisogno di ottenere la prescrizione dal medico”, aveva spiegato l’Ema, “dovrebbe velocizzare l’accesso delle donne a tale medicinale e quindi aumentarne l’efficacia”. Il farmaco è stato approvato in Europa, con l’obbligo di prescrizione medica, alla fine del 2009. “Negli ultimi 5 anni – secondo quanto affermato dall’azienda produttrice – il farmaco è stato utilizzato da più di 3 milioni di donne in 70 paesi e il nuovo approccio renderà possibile un rapido accesso alla contraccezione d’emergenza a più di 120 milioni donne in tutta Europa”.

Solo il 10 marzo scorso – su richiesta del ministro della salute Beatrice Lorenzinil consiglio superiore di sanità aveva invece espresso la sua posizione sul contraccettivo: prescrizione obbligatoria e test in caso del sospetto di una gravidanza in corso. E la stessa Lorenzin si è espressa oggi sulla decisione dell’Aifa: “Ha agito come agenzia regolatoria trovando una mediazione molto positiva e indicando di non applicare la normativa europea per le minorenni. Per me l’unica cosa importante è che la donna abbia contezza della propria situazione clinica e non ci siano rischi per la salute”.

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