Quante stelle nella nostra galassia potrebbero avere pianeti “simili alla Terra” a girar loro intorno? Miliardi. Ogni astro della Via Lattea dovrebbe avere, infatti, da uno a tre pianeti nella cosiddetta “zona abitabile” del proprio sistema planetario: non tanto vicini alla propria stella da essere troppo aridi, né così lontani da non beneficiare del suo calore. A dirlo è una ricerca del Niels Bohr Institute di Copenhagen e della Australia National University, pubblicata sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Negli ultimi anni, gli astronomi hanno scoperto migliaia di pianeti nella nostra galassia, ma nessuno era ancora riuscito a calcolare la probabilità di trovarne in questa particolare zona di ogni sistema planetario. Uno degli strumenti adoperati per la “caccia” è il satellite Keplero della Nasa, che però è adatto a scovare solo quelli abbastanza grandi e con orbite relativamente vicine alla propria stella. Per fare una stima più precisa, gli scienziati hanno dunque preferito per una volta abbandonare la tecnologia e basarsi sulla geometria.

In particolare, hanno fondato i loro calcoli sulla legge di Titius-Bode, una formula empirica vecchia di 250 anni che permise di calcolare la posizione di Urano nel nostro sistema solare prima ancora che questo fosse scoperto. L’antica regola enuncia infatti che esiste una proporzione tra il periodo orbitale di un pianeta e quello dei precedenti e dei successivi nel sistema planetario: se si sa quanto ci mette un astro a completare la sua orbita, si può sapere quanto ci mettono anche tutti gli altri, e dunque definirne la posizione.

Dai calcoli è risultato che molti dei pianeti scoperti da Keplero avrebbero dovuto avere dei “fratelli” che però non sono mai stati osservati. Sommando quelli già scovati e quelli ancora da trovare, gli scienziati sono arrivati alla stima di 1-3 pianeti nella zona abitabile per ogni sistema planetario. “Secondo le statistiche e le indicazioni di cui disponiamo – ha spiegato Steffen Kjær Jacobsen, ricercatore nell’istituto danese e co-autore dello studio – possiamo dire che una buona parte di questi sono pianeti rocciosi, dove potrebbe esserci acqua allo stato liquido e dunque vita”. Un ragionamento che, moltiplicato per tutte le stelle della nostra galassia, risulta in miliardi di pianeti simili alla Terra.

L’abstract dello studio

di Laura Berardi

Dal Fatto Quotidiano del 23 marzo 2015

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