Tempo di grandi manifestazioni dedicate al vino. A Verona c’è Vinitaly, in Germania c’era Prowein e, qualche giorno fa, vicino ad Alba, si è conclusa la seconda edizione di Grandi Langhe Docg. Un evento biennale selezionatissimo, organizzato dal Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, in collaborazione con il Consorzio turistico Langhe Monferrato Roero e il Consorzio tutela del Roero. Poche centinaia erano gli invitati, esclusivamente professionisti di settore provenienti da tutto il mondo. Ristoratori, enotecari, importatori e sommelier per tre giorni e in sei diversi luoghi hanno potuto degustare 700 vini Docg della zona (Barolo, Barbaresco, Diano d’Alba, Dogliani, Roero e Roero Arneis), chiacchierando direttamente con i produttori.

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Il Consorzio, che in totale rappresenta 60 milioni di bottiglie all’anno, si impegna, così, anche a promuovere vini che sono in realtà già noti ovunque e i cui nomi rappresentano un vero tesoro del tutto italiano: «Durante l’intero anno il nostro consorzio si occupa soprattutto di consulenza tecnica e di tutela – spiega il direttore, Andrea Ferrero – controllando, ad esempio, che i marchi “Barolo” e “Barbaresco” non siano usati impropriamente nel mondo. Spesso dobbiamo difenderli legalmente anche in luoghi lontani, dove qualcuno prova ad appropriarsene». E allora, perché la promozione? «Il ruolo dei consorzi è cambiato nel tempo ed è importante anche raccontare i nostri vini di Langa. Naturalmente cerchiamo di realizzare eventi di altissima qualità e di proporre tutte le dieci denominazioni che rappresentiamo. Quelle già molto famose possono aiutare le altre». Insomma, il re dei vini è davvero nobile, ed è sempre più apprezzato a livello internazionale, visto che la crisi economica in Italia si sta ancora facendo sentire.

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L’80 per cento di Barolo prodotto viene esportato e il mercato numero uno si trova negli Usa, che dimostrano di apprezzare sempre di più i grandi vini piemontesi: «Agli americani – racconta il commerciante del Connecticut, William Miller – piace l’eleganza e la profondità del Barolo, ma nella mia enoteca iniziano a richiedere anche vini italiani meno noti. Grazie ad alcuni programmi televisivi, la sperimentazione in cucina sta diventando di moda». Tra gli ospiti di Grandi Langhe Docg c’era anche il wine director del Batali & Bastianich Hospitality Group, Jeffrey Porter: «Amo il vino piemontese per la passione che i produttori riescono ad esprimere, mettendoci tutta l’anima. La varietà dei vitigni è incredibile e traduce in infiniti modi l’intero territorio. Il cibo italiano è molto popolare negli Usa ed ovviamente suggerisco sempre di accompagnarlo con il vino della stessa terra».
E infatti, anche Expo 2015 parlerà di vino, con un intero padiglione dedicato. Un’installazione da duemila metri quadrati proporrà al pubblico di tutto il mondo un percorso emozionale, attraverso i cinque sensi. E ci sarà, insieme agli altri, anche il re Barolo.

di Danilo Poggio

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