“I due decreti sembrano scomparsi dai radar”. Così Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, descrive a ilfattoquotidiano.it il mancato approdo degli ultimi due decreti attuativi del Jobs Act nelle commissioni parlamentari competenti. Lo scorso 20 febbraio, il Consiglio dei ministri ha approvato in via preliminare i due testi relativi al riordino delle forme contrattuali e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro con le misure per la maternità. Più di un mese dopo, dei documenti non c’è traccia. “Non c’è arrivato nulla, nonostante i solleciti”, spiega il deputato Pd.

La ragione del ritardo, secondo il Corriere della Sera, è da individuare in uno scontro tra Presidenza del Consiglio e Ragioneria di Stato sul nodo coperture. “Potrebbe esserci un problema di questo tipo – prosegue Damiano – Ma io non lo so, sono solo voci, siamo completamente all’oscuro”. Il parlamentare dem spiega così l’ipotesi di una mancanza di coperture: “Essendo il contratto a tutele crescenti molto conveniente sul profilo dei costi, qualcuno ipotizza che ci sarà uno svuotamento del bacino dei co.co.pro e una trasformazione in contratti a tempo indeterminato. Questo travaso potrebbe comportare problemi di copertura finanziaria, dato che i forti incentivi previsti hanno bisogno di risorse”.

Non sarebbe la prima volta che governo e Ragioneria si trovano ai ferri corti sul nodo delle coperture del Jobs Act. Già a gennaio, infatti, mancavano le risorse per il decreto sugli ammortizzatori sociali e il via libera dei tecnici era arrivato solo in seguito a un compromesso con Palazzo Chigi. “I contrasti di un governo con la Ragioneria sono all’ordine del giorno – spiega Damiano – Quando ero ministro del Lavoro, ho avuto scontri feroci con la Ragioneria e con il ministro dell’Economia Padoa Schioppa, ma poi si trovava un accordo. E studiavamo bene i dossier, scrivevamo norme con clausole e coperture relative. Magari ci mettevamo un mese in più, ma poi funzionava. Se uno va di fretta, rischia di scoprire dopo che non funziona”. Un riferimento esplicito al turbo-governo di Matteo Renzi. “Nella scrittura dei decreti, noto alcune ingenuità e superficialità – continua il presidente della commissione Lavoro – Forse varrebbe la pena di fare lavori più accurati“.

La maggiore attenzione invocata da Damiano si dovrebbe concentrare, in particolare, su tre punti del Jobs Act. “Se non vogliamo solo un fuoco di paglia, una fiammata propagandistica, sui tanti contratti a tutele crescenti, bisogna innanzitutto rendere strutturali gli incentivi alle assunzioni, e non solo per il 2015 – argomenta il deputato – Poi, nel 2017 gli ammortizzatori sociali passeranno da 24 a 18 mesi. Bisogna mantenerli a due anni”. Infine, l’ex ministro del Lavoro entra nel merito del decreto sul riordino dei contratti: “Non sarà che, lasciando i contratti continuativi così come sono, gli imprenditori saranno portati, una volta aboliti i co.co.pro., a ripristinare i co.co.co. e peggiorare la situazione?”.

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