La strana coppia. Lei scrive, lui fiuta vini pregiati. Lei, bresciana, è radicata alla sua terra. Lui è l’ambasciatore del vino nel mondo. Camilla Baresani, critica gourmet de Il Sole 24 dà la pagella agli chef e detesta quelli troppo alla moda. Gelasio Gaetani d’Aragona Lovatelli si porta dietro un tir di cognomi, titoli e una reputazione di wine lover e sciupafemmine. Il suo hobby è diventato la sua professione con un diploma inglese al Master Institute of Wine e fa le cantine, ossia seleziona i vini per ricchi clienti.

Illustrazione di Valeria Petrone
Illustrazione di Valeria Petrone

Il dandy gentiluomo e la scrittrice, già coautori della rubrica ‘Momento Divino‘, su Io Donna, riconfermano il loro sodalizio professional gourmet per scrivere ‘Vini, Amori‘ (Bompiani) con le illustrazioni di Valeria Petrone. E ai fornelli de Larte hanno inaugurato la rassegna “A cena con l’autore”, anfitrione il creativo Davide Rampello e Tonino Cacace, patron del Capri Palace (che d’estate trasferirà l’appuntamento intelletual chic nel lounge di Anacapri spalancato sul golfo). Madrina: Diamante D’Alessio, direttore di Io Donna, fan dalla prima ora dell’accoppiata Baresani/Lovatelli.

“Larte è l’happy hour dei grandi marchi Illy, Riccadonna, Ca del Bosco, Lunelli (Ferrari). Tutti ai nastri di partenza per Expo”, dice Gelasio fra un Brunello di Montalcino, bollicine varie e squisitezza preparate dallo chef Andrea Berton, arrivato appositamente dalla Bretagna. “Per me – continua – il libro è un viaggio esistenziale attraverso i vini che ho bevuto. Ogni vino mi porta a ricordare luoghi, persone, donne che ho amato. Camilla scava più a fondo e svela anche attraverso la bottiglia tecniche di seduzione. Ma meglio che chiedi a lei…”. Ecco, Camilla continua tu. “Da un’ideale carta dei vini selezionata da Gelasio, produttore tra l’altro di Brunello di Montalcino – attacca Baresani- i dipanano i miei 63 racconti ispirati a un calice di vino, ai ricordi e alle sensazioni che mi hanno procurato. Al centro di questi racconti c’è sempre una donna che beve e il piacere di assaporare quel vino la fanno ricordare, raccontare, evocare storie di amori, gelosie e tradimenti”.

“Facciamo un sacco di cose per tirare soldi per l’Umanitaria. Offriamo anche 650 corsi per il tempo libero che vanno dalla grafologia allo studio del greco antico, passando per il ballo e il pensiero creativo. Un pacchetto di dieci corsi costa 160 euro all’anno. Praticamente 16 euro a corso…”, dice tutto d’un fiato Milena Polidoro, direttore generale dell’Umanitaria, un’istituzione storica con oltre 100 anni di battaglie sociali. Assolutamente unica, lontana mille anni luci dalle lotte di potere per le nomine, un’infilata di chiostri di un ex convento francescano del ‘400, profumati al glicine, dov’era di casa Carlo Emilio Gadda e, come fiore all’occhiello del suo archivio storico, conserva ancora tutte le copie del Corriere della Sera che si stampava lì.

Dall’angolo del libro con reading di titoli selezionati da Mauro Cerana ai concerti. Dicono di lui che è il nuovo Pollini, Federico Nicoletta, l’enfant prodige del piano, che domenica 22 marzo regalerà momenti divini al parterre dell’Umanitaria. Mentre l’indomani Milena inaugura la mostra di Rosa Genoni, da sartina di paese a pioniera della moda italiana. Primogenita di ben diciotto fra fratelli e sorelle, di umili origini e, sopratutto, femminista antelitteram, pacifista ad oltranza, che disse no al regime mussoliniano mentre tutti si inchinavano al dittatore. Rosa, testimonial di bellezza e di umanità.

Twitter @januariapiromal

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