E patteggiamento fu. Si chiude una prima fase del caso giudiziario e mediatico sul metodo Stamina. Il gup di Torino Potito Giorgio ha accolto i patteggiamenti di Davide Vannoni, fondatore della “Stamina foundation” e promotore della discussa cura a base di cellule staminali, del medico Marino Andolina e di altri cinque imputati. Inoltre ha deciso la condanna a due anni per Marcello La Rosa e a sei mesi per Carlo Tomino dell’Aifa.

Quattro medici degli Spedali civili di Brescia sono stati rinviati a giudizio e il processo per loro comincerà il 9 giugno 2016. L’accusa, formulata dal procuratore Raffaele Guariniello, era di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla somministrazione di farmaci guasti ed esercizio abusivo della professione medica.

Un anno e dieci mesi è la pena concordata per Vannoni, mentre per Andolina la pena è di  un anno e nove mesi. Gli altri cinque che hanno optato per il patteggiamento hanno ottenuto pene inferiori: Erica Molino, biologa che collaborava con la fondazione, un anno e sette mesi, mentre Gianfranco Merizzi, uno dei finanziatori, un anno e quattro. Chi ha patteggiato la pena non dovrà pagare risarcimenti alle parti civili, ma risarcire una parte delle spese legali, mentre La Rosa e Tomino dovranno pagare delle provvisionali ad alcune delle persone offese. Gli imputati hanno usufruito della sospensione condizionale della condanna a patto che non proseguano le attività della fondazione e le terapie.

Se per Guariniello la sentenza rappresenta un trionfo per la scienza, per i difensori di Vannoni – Liborio Cataliotti e Pasquale Scrivo: “La vera sconfitta è la scienza. Vannoni resta convinto della validità del metodo e in cuor suo è innocente”, aggiungono.

Articolo Precedente

Trasparenza delle istituzioni contro la corruzione? No, grazie

next
Articolo Successivo

Luca Lupi e Livio Acerbo, i rampolli nelle inchieste. “Incarichi ai figli? Un classico”

next