Toni accesi durante l’interrogazione del M5S al minstro delle Infrastrutture Maurizio Lupi alla Camera, che conclude il confronto con i grillini concedendosi anche un gestaccio con la mano. “Grazie al portavoce del ministro Incalza”, si rivolge a lui Mirella Liuzzi, che lo incalza: “Perché è lui l’uomo da cui lei prende ordini”. Poi la cita le intercettazioni tra l’ex dirigente del ministero agli arresti e Lupi: “Abbiamo imparato tanto: ora che anche suo figlio è sistemato, avrà la dignità di dimettersi?”. Segue la replica del ministro, che fa il preciso e attribuisce all’interrogante un errore: “Dal 31 dicembre 2014 Incalza non è più al ministero delle Infrastrutture”. Poi mette i suoi puntini sulle ‘i’: “Obiettivi che ha sempre ispirato il mio ministero sono l’efficiente completameento delle opere e la massima trasparenza nel farlo. Quanto alla struttura tecnica di Missione alle Infrastrutture: “Ho assegnato al capo dipartimento delle Infrastrutture, Paolo Emilio Signorini la responsabilità ad interim della struttura tecnica: lo chiamò anche Di Pietro fino al maggio 2008″. La parola torna alla Liuzzi, che oltre a Lupi attacca direttamente il premier Renzi: “Dov’era quando noi chiedevamo la rimozione di Incalza già lo scorso luglio, mettendo all’attenzione dell’aula anche l’emendamento che lo proteggeva?”. Al suo intervento si aggiungono le voci dei colleghi del Movimento: “Dimettiti”, grida Carlo Sibilia, e lo zelo gli costa l’espulsione dall’aula. Assistendo alla bagarre, mentre siede accanto al collega e leader di Ncd Angelino Alfano, Lupi ride, e con la mano fa segno ai cinquestelle, come per dire: “Andate, andate” di Manolo Lanaro

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