Federico Brocchieri ha 23 anni, vive a Roma, ma da tempo è un cittadino del mondo. Del nostro pianeta ha conosciuto molti angoli, inseguendo sin da quanto era adolescente la sua passione per l’ambiente e partecipando in ruoli di primissimo piano a meeting, seminari, pensatoi internazionali sul tema dei cambiamenti climatici.

Lo guardi nella sua recentissima foto che ha postato nel suo profilo su Facebook il giorno della laurea e ti rendi subito conto che Federico non ha solo una faccia pulita, ma uno sguardo da fiero idealista. Chi conosce la sua storia sa quanto ha lottato per raggiungere traguardi inimmaginabili per un “bamboccione”. Come quello di rappresentare l’Italia, nel 2013, in qualità di ministro dell’Energia e del Cambiamento Climatico al G8 giovanile di Londra.

Due giorni fa Brocchieri, che è il responsabile nazionale della sezione giovanile dell’Italian Climate Network, è balzato agli onori delle cronache nazionali: Ignazio Marino lo ha infatti scelto come consulente senza portafoglio in vista di appuntamenti internazionali in materia di clima a cui Roma prenderà parte. Federico probabilmente mai avrebbe immaginato che la svolta della sua vita potesse diventare una notizia capace di fare il giro d’Italia. Ma soprattutto che la sua chiamata al Campidoglio potesse dare la stura ai più bassi istinti di chi, sulla bacheca di Facebook del Messaggero, lo ha investito di una montagna di insulti.

Il solito raccomandato! A 23 anni ha fatto sì e no la laurea breve! Più avanti sapremo di chi sarà parente!” ha urlato Roberto; “sicuramente un’altra raccomandazione…“ ha sentenziato Pierluigi; “ma è Gay?” si è chiesto in modo allusivo Daniele; ”me immagino j avrà fatto un servizietto a sto frocio (Ignazio Marino, nda)” ha sentenziato Valerio; “qualcun altro ha pensato che è… il suo boy Friend segreto…” ha scritto Nicola.

Tutto il pomeriggio di lunedì, nel post su Facebook del Messaggero – privo peraltro di alcuna moderazione – è stato un crescendo di volgarità di ogni tipo, tenute assieme, in molti casi, dal filo rosso di una spregevole allusività omofobica. “È il suo sederino!”; “Sarà su amante…chi lo sa…che vergogna! !!!” ; “il super consulente, cosi giovane, mi sa che a Marino piacciono i pivelli e se li tiene a portata di mano” sono alcuni dei più civili “apprezzamenti” a sfondo sessuale che lettori del Messaggero hanno rivolto all’indirizzo di Federico. Che ha così fatto i conti, in modo violento, con una limpida rappresentazione dell’Italietta sempre più piccola, gretta e nutrita che è diventato il nostro paese. Quell’Italietta che cresce anche dentro e all’ombra dei vomitatoi quali si riducono troppo spesso ad essere i social network. Quella che passa il tempo a sputare sentenze senza sapere di che e di chi parla. Quella che vuole sempre andare alla pruriginosa ricerca di retroscena anche quando, come nel caso della designazione di Federico Brocchieri, non ce ne sono.

È l’italietta che si “masturba” a guardare il mondo dal buco della serratura invece di prendere semplicemente atto dei fatti. Quella che offende agitando con una volgarità bestiale il mantra dell’omosessualità.

L’Italia che viene fuori dalle centinaia di commenti sul fuoriclasse Federico è un paese che trasuda di invidia preconcetta, ormai assuefatto alle furbizie per fare carriera, ai calci nel sedere per aggiudicarsi un concorso, ai trucchi per fregare il prossimo. E che non riesce proprio a capacitarsi di come in un paese marcio fino al midollo, dominato da tanti “figli di qualcuno”, possa esserci spazio per la meritocrazia e per i talenti come Federico.

Che dopo aver avuto lo stomaco di leggere quei commenti, si sarà sentito catapultato in un incubo.

Per questo, con forza, ti vogliamo dire, caro Federico: “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.

@albcrepaldi

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