“In Parlamento c’è ancora una lobby fortissima formata da decine di politici sotto inchiesta o con procedimenti giudiziari. E a sedere lì ci sono pure i loro avvocati penalisti. La corruzione e il malaffare sono diffusi in ampi strati della classe dirigente, così come ha affermato anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, secondo cui questa lobby del malaffare tende a bloccare tutto“. Si accende il dibattito a Piazzapulita (La7), quando il direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez insiste sulla necessità di selezionare la classe politica, procedura estranea al Pd che ha permesso – nel caso delle primarie del Pd in Campania – di far candidare Vincenzo De Luca, nostante la condanna in primo grado per abuso d’ufficio e la mannaia della legge Severino nel caso venisse eletto Governatore. A controbattere è Simona Bonafè (Pd): “Lo hanno scelto i cittadini e in 170mila – sottolinea – lo hanno votato. De Luca può non piacere, ma il Pd ha deciso di far selezionare la classe dirigente agli elettori“. “Da elettore – puntualizza Gomez – ci si aspetterebbe che i partiti politici facessero una selezione. E’ troppo comodo dire che sono i cittadini ad averlo votato. Questo perché se un domani – spiega Gomez – De Luca venisse condannato, il Pd potrà dire di non volersi assumere nessuna responsabilità

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