smart meterPensateci. Si dice che la somma faccia sempre il totale. Ma stavolta, valutati gli addendi in una casa italiana media, pare faccia molto di più. Colpa l’effetto risonanza e cumulativo da elettrosmog, radiazioni non ionizzanti, ubiquitarie h24, sempre più intrappolate e rimbalzanti tra le pareti domestiche. Esempio: il telefonino cellulare in chiamata produce fino a 100 V/m. , la lampada fluorescente accesa a 20 cm. fa 180 V/M., lo schermo a tubo catodico del Pc messo a 30 cm. produce fino a 52 V/m. Il forno a microonde in azione, a 1 m. di distanza la bellezza di 4 V/m. E la Rete Wi-Fi? Il rischio è quello dello stress ossidativo, di interferenza con la vitalità delle cellule (apoptosi, suicidio programmato!),con le funzioni riproduttive e col corretto funzionamento neurologico (apertura della barriera emato-encefalica!).

E così via, avanti fino alla conta finale, passando di elettrodomestico in elettrodomestico più hi-tech e dispositivi ad emissione elettromagnetica vari, chi più ne ha, più ne metta, comprese le antenne-ripetitori di telefonia mobile piazzate sul tetto del palazzo, con le radiazioni che, indisturbate, entrano dalle finestre di casa finendo sul letto, anche mentre dormiamo (anzi, a breve dobbiamo aspettarci l’innalzamento della soglia a 62 V/m?).  Per non parlare poi dei contatori intelligenti della luce (ci sono appartamenti dove, sul lato opposto del muro, passano simultaneamente i dati di 10-20 contatori!) e dell’imminente arrivo dei nuovi Smart Meter, la telelettura ‘furba’ per gas e calorimetri da termosifone, ovviamente tutti con tecnologia wireless, cioè senza fili, proprio come il sistema Wi-Fi.

Domanda 1: come la mettiamo con l’esponenziale innalzamento delle radiofrequenze-campi elettromagnetici nell’ambiente e con l’inquinamento in-door?
Domanda 2: la nostra salute (pubblica) è sempre più a rischio tra le mura domestiche, colpa l’evoluzionismo tecnologico e la diffusione incontrollata e incontrastata (anzi, sospinta dalle politiche di marketing pubblicitario dei gestori) delle nuove elettrotecnologie?

Per capire perché in Ontario (Canada) siano stati banditi e smantellati migliaia di Smart Meter nelle case e così in anche 10 contee della California e in 39 Municipi della British Columbia (Canada), e poi perché la compagnia assicurativa svizzera Swiss-Re non copre per danni causati da elettrosmog, bisogna sapere che i nuovi contatori intelligenti (previsti uno per ogni utenza, giro d’affari complessivo stimato in 2-3 miliardi di euro!) dialogano in una sorta di ping-pong continuo di trasmissione dati con un altro smart (evidentemente più intelligente!) di solito messo all’esterno dell’immobile, mandando il segnale ad una centralina (spesso quella piu’ prossima nel quartiere/zona) e da qui al data-base centralizzato dell’azienda che fornisce il servizio. In gergo, si chiama effetto Reti Mesh, un enorme network di nodi elettromagnetici per trasmissione di pacchetti dati. Con conseguenze pericolosissime per la salute degli utenti/inquilini/proprietari delle abitazioni, proprio come è accaduto a Victoria (Australia) dove – si legge da una recente ricerca – “la stragrande maggioranza dei casi non si riconoscevano malati da sindrome da ipersensibilità elettromagnetica prima dell’esposizione agli smart meters senza fili, ciò indica la possibilità che gli smart meters possano avere caratteristiche uniche che abbassano, nella popolazione, la soglia per lo sviluppo dei sintomi” della malattia.

E in Italia è cominciata la corsa contro il tempo, dopo che alle autorità di Lecce ne è stato richiesto il blocco. Prima che i distributori di gas comincino ad installare gli Smart Meters nelle case senza che i cittadini siano stati preventivamente informativi sui possibili rischi per la salute, in questi giorni sta girando in rete un fac-simile di lettera da compilare e inviare ai gestori installatori, dove si chiarisce che “nel caso delle rilevazioni del consumo dell’energia elettrica la cosa sia facilmente risolvibile con l’invio regolare da parte nostra dei consumi al servizio clienti”. Si stava meglio quando si stava peggio.

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