Il cavo elettrico che spunta dalla carrozzeria: è questo il particolare che distingue la Suv del futuro da quella del passato, quella “ecologicamente corretta” dal carrozzone inquinante. Che poi lo sportello della presa si trovi sul passaruota come sulle BMW X5, Volvo XC90 e Porsche Cayenne, oppure che molto più discretamente sia nascosto dietro ai quattro anelli scorrevoli sulla calandra dell’Audi Q7, poco cambia. È iniziata l’era delle maxi-Suv ibride plug-in, ossia con doppio motore benzina ed elettrico, abbinato a una capiente batteria, che si può ricaricare come quella di un telefonino, e che permette anche di guidare per qualche chilometro a “zero emissioni”.

??????????????????????

La Volvo XC90 T8 Twin Engine AWD è già in vendita a un prezzo che si aggira sugli 80.000 euro, la Porsche Cayenne 3.0 S E-Hybrid a 88.000. È notizia di queste ore, invece, che la BMW X5 xDrive40e andrà in vendita in autunno. Sulla X5 ibrida, a Monaco hanno sfruttato le tecnologie eDrive sviluppate per la sportiva i8. Un quattro cilindri di 2 litri da 245 CV è stato abbinato a un motore elettrico integrato nel cambio Steptronic a 8 rapporti, per una potenza complessiva di 313 CV. La batteria agli ioni di litio da 9 kWh si trova sotto il piano del bagagliaio e promette 31 km di autonomia elettrica, con velocità autolimitata a 120 km/h. Il tipo di sfruttamento della carica della batteria è gestibile dal guidatore in base all’uso che deve farne: per esempio può selezionare la modalità “Save battery” per conservare la carica elettrica per quando si entra in una zona a traffico limitato.

Come i modelli concorrenti, anche l’X5 plug-in ha la trazione integrale di serie e promette percorrenze record: 3,3 litri di benzina ogni 100 km (più 15,3 kW/100 km) nel ciclo misto di omologazione Nedc. Va precisato che il ciclo simula un uso cittadino: l’auto parte con le batterie cariche, viaggia in elettrico fino ad esaurimento, poi prosegue per 25 km in modalità ibrida. Secondo questo tipo di omologazione, le emissioni di CO2 dell’X5 ibrida sono inferiori a quelle di una citycar: appena 77 g/km di CO2. È proprio questo doppio vantaggio – prestazioni migliori, consumi inferiori – che sta convincendo molti dei costruttori di lusso a superare gli ostacoli dell’ibrido plug-in (ingombro, peso, costo) per adottarlo sui loro modelli più grandi. La prossima sarà l’Audi, con la Audi Q7 e-tron quattro annunciata per il 2016.

Audi Q7 e-tron

 

Articolo Precedente

Giappone, le colonnine elettriche superano i distributori di benzina

next
Articolo Successivo

Car Sharing, indagine BMW e Smart: va meglio dove il servizio pubblico funziona

next