“Guardavo SkyTg24 e, mentre si parlava del dibattito politico sulla corruzione, è apparso un timer che indica quanto tempo sia trascorso da quando presentai la mia proposta legislativa su questo tema. Era il mio primo giorno in Senato, di certo non potevo immaginare di diventarne il presidente. Il timer ci dice che domani saranno trascorsi da allora 730 giorni, due anni, quasi la metà della legislatura: un tempo evidentemente troppo lungo che restituisce l’immagine di una politica troppo lenta rispetto alle aspettative dei cittadini”. Questa la riflessione del presidente del Senato, Pietro Grasso, in un post su Facebook.

“Approvare una normativa in grado di colpire al cuore la corruzione mi sembrava essere l’obiettivo più urgente. Rileggendo la cronaca recente è impossibile non soffermarsi sull’enorme impatto economico e sociale degli scandali Expo, Mose, Mafia Capitale: l’esigenza di allora non è cambiata, si è anzi fatta più forte e improcrastinabile. I cittadini – scrive l’inquilino di Palazzo madama – sentono il peso della corruzione ogni volta che i servizi pubblici sono inefficienti, ogni volta che una scuola cade a pezzi o quando negli ospedali sono insufficienti i posti letto per prendersi cura dei nostri cari. Sanno che la responsabilità di questo terribile stato di cose – prosegue l’ex procuratore capo di Palermo – è di chi, falsando le regole del mercato, intasca risorse pubbliche per fini privati e arricchisce se stesso a danno della collettività. Per questo chiedono a gran voce giustizia e legalità: la politica ha il compito di agire con efficacia e in tempi rapidissimi. Il tempo delle riflessioni, delle mediazioni, degli accordi al ribasso è decisamente finito. Questa sarà la settimana decisiva. Stavolta Godot arriva”.

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