Vincenzo Giunta tornerà a lavorare una volta sconfitto il cancro al cervello. La Sveviapol Sud ha comunicato alla guardia giurata la revoca del licenziamento. Un telegramma di poche righe per fare marcia indietro dopo la lettera con la quale l’istituto di vigilanza comunicava al suo dipendente l’interruzione del rapporto di lavoro a causa dei troppi giorni di assenza per malattia. Quarantesei anni, residente a Brindisi, Giunta non indossa la divisa da giugno, quando gli è stato diagnosticato il cancro che lo ha costretto a tre interventi chirurgici per ridurre la massa tumorale. “In considerazione delle assenze per malattia dal 20.3.2014 al 24.3.2014, pari a quattro giorni, e dal 16.6.2014 all’1.3.2015, pari a 240 giorni, Le comunichiamo, essendo cessato il Suo diritto alla conservazione del posto di lavoro, la risoluzione del rapporto di lavoro con effetto dalla data di ricezione della presente. Distinti saluti”, aveva scritto la Sveviapol nella lettera spedita a Giunta lo scorso 3 marzo. Troppi i giorni di assenza, oltre il massimo consentito dal contratto collettivo nazionale. Ingiustificabile, invece, secondo la Cisl l’allontanamento del dipendente perché nel suo caso la soglia era maggiore (300) trattandosi di un unico caso clinico, senza contare che avrebbero dovuto essere defalcate le giornate in cui la guardia giurata si è sottoposta a trattamenti salvavita.

“Sono soddisfatto di questa prima battaglia vinta, ora posso combattere la guerra più importante. Senza quel successo non può esserci un seguito”, dice Giunta a ilfattoquotidiano.it. Il suo caso è rimbalzato fino in Parlamento con un’interrogazione al ministro del Lavoro da parte del deputato Nicola Fratoianni di Sel e ha creato dibattito e discussione sui social network vista la causa delle assenze, non tenuta in conto dall’azienda. Anche perché l’ultimo intervento ha permesso di rimuovere l’85% del tumore e ad aprile Giunta si sottoporrà a un ciclo di radioterapia che dovrebbe permettergli di rientrare a lavoro il mese successivo. Ufficialmente risulta ancora disoccupato, ma è solo una questione tecnica: la Sveviapol si è impegnata a reintegrarlo e già negli scorsi giorni, contattata da ilfattoquotidiano.it, aveva spiegato che “la lettera di licenziamento è partita dall’ufficio legale, i dirigenti non ne erano al corrente” e aveva annunciato che sarebbe stata trovata una soluzione al problema.

“Vorrei che la mia storia diventasse un monito per tutte le persone che si trovano in una situazione simile – dice Giunta – Non restate in silenzio, evidenziate i problemi. Un grazie va alle migliaia di sconosciuti che mi hanno mostrato solidarietà e al sindacato per il supporto”. E proprio la Cisl Fisascat che si è occupata del caso fin dal primo momento esprime soddisfazione per la marcia indietro dell’istituto di vigilanza che opera nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto: “La revoca del licenziamento dà a Vincenzo la possibilità di continuare la sua battaglia e ristabilisce un senso di giustizia – spiega il segretario brindisino Antonio Baldassarre – La sua non è una vicenda isolata e il modo con cui è stata combattuta speriamo possa essere da esempio per chi si trova o si troverà in una situazione simile”.

Articolo Precedente

App & web, i super flessibili che ignorano il Jobs Act

next
Articolo Successivo

Pensioni, lavoratori delle tv in causa con Inps. “Poco chiare le finestre di uscita”

next