agcomLa Commissione per i diritti umani dell’Onu, attraverso la sua Rappresentante per il settore culturale, boccia senza appello gli ordini di inibizione all’accesso a siti internet per ragioni di copyright.

Dopo la netta presa di posizione del Rappresentante per la libertà d’espressione dell’ Onu, Frank La Rue, che aveva preso di mira anche il Regolamento Agcom sul diritto d’autore, arriva quello, altrettanto netto, dello Special Rapporteur  dell’Onu per la cultura, Farida Shaheed, che ha redatto un rapporto denominato Copyright policy and the right to science and culture, presentato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 24 dicembre scorso.

La Rappresentante per la cultura ha puntato il dito contro gli eccessi del copyright, soffermandosi diffusamente contro il blocco all’accesso ad internet per ragioni legate alla protezione del diritto d’autore, arrivando alla conclusione che questi blocchi siano contro la circolazione della cultura e che siano in grado di mettere in discussione i principi fondanti stabiliti dal primo comma dell’art 27 della ‘dichiarazione universale dei diritti dell’uomo’.

Shaheed ha stigmatizzato le: “Proposals to address that situation as related to the Internet include website blocking, content filtering and other limits on access to content subject to copyright, as well as the liability imposed on intermediaries for infringing content disseminated by users. In the view of the Special Rapporteur, such measures could result in restrictions that are not compatible with the right to freedom of expression and the right to science and culture”. 

L’impatto della normativa in materia di diritto d’autore sui diritti umani deve essere sempre valutato con attenzione e bilanciando i diritti alla diffusione delle informazioni. L’accesso alle fonti informative può essere limitato solo se è compatibile col diritto alla cultura, e se è strettamente necessario per la promozione del bene comune (quindi non privato).

Le eccezioni al copyright (ad esempio quelle relative all’educazione scientifica ed alle biblioteche), che consentono di poter prescindere dalla volontà dell’autore (molto più spesso di chi sfrutta economicamente il lavoro dell’autore in senso stretto) in tal senso risultano un aspetto fondamentale, necessario proprio per limitare tale impatto in modo che non diventi sproporzionato.

A ruota è arrivata la presa di posizione della più importante organizzazione europea sui diritti alla libertà di espressione ed all’informazione, l’associazione Article19, che sul tema del blocco dell’accesso ad internet, già si è espressa in maniera molto negativa sempre a proposito del Regolamento Agcom in tema di diritto d’autore.

L’Associazione  ha infatti ritenuto che “Website blocking, considering the danger of over-blocking and the general ineffectiveness of this measure, is also likely to be disproportionate”.

Il blocco all’accesso di siti internet  per ragioni di copyright diviene insomma inevitabilmente uno strumento di limitazione della libertà d’espressione e di blocco dei  diritti alla scienza ed alla cultura, con buona pace di chi ritiene che possa essere uno strumento utile ad arginare la pirateria.

Articolo Precedente

Bill of Rights, i diritti digitali non piacciono al mercato (e al governo)

next
Articolo Successivo

Salvini querela Sarubbi per un tweet: la Lega e la libertà di parola (degli altri)

next